Nell’ultima classifica mondiale della competitività stilata dal World Economic Forum, alla voce “infrastrutture” l’Italia figura al ventunesimo posto, preceduta in Europa non soltanto da Germania, Francia e Gran Bretagna, ma anche da Paesi le cui economie pesano meno della nostra all’interno dell’UE come Olanda, Spagna e Belgio, per citare soltanto i più importanti. Il deficit infrastrutturale è per definizione un freno allo sviluppo e alla produzione di ricchezza, ma nel mondo rappresenta una grande opportunità, soprattutto per gli investitori istituzionali.

Secondo l’Official Monetary & Financial Institutions Forum, un gruppo di ricerca indipendente basato a Londra, i grandi fondi hanno in programma a livello globale investimenti in infrastrutture per 130 miliardi di dollari entro i prossimi due anni. Molti fondi pensione americani hanno deciso di raddoppiare la quota di questa tipologia di investimenti nel loro portafoglio. “Non c’è dubbio – ha affermato oggi a Milano il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello, nel corso di un press lunch – che anche per gli investitori istituzionali italiani, in primo luogo per i fondi pensione, gli impieghi nell’economia reale aprano spazi virtuosi”.

In particolare gli investimenti in infrastrutture sono attraenti perché il loro rendimento non è legato all’andamento dei mercati finanziari, di cui non subiscono la volatilità, e nemmeno all’andamento dei cicli economici. Soprattutto, l’orizzonte temporale è ideale per investitori come i fondi pensione e le casse previdenziali, che per la stessa natura della loro attività ricercano occasioni di investimento in grado di offrire rendimenti corretti per il rischio stabili e appetibili nel lungo periodo. “In Italia – ha sottolineato Corbello – sono già state realizzate, o stanno per esserlo, iniziative che appaiono paradigmatiche. Ne cito solo due: la Cassa Forense ha sottoscritto un importante impegno con il FEI-Fondo Europeo per gli Investimenti che opera a sostegno delle piccole e medie imprese; l’ANIA, l’Associazione delle imprese di assicurazione, sta promuovendo la realizzazione di un fondo infrastrutturale per le proprie associate”.

Da anni Assoprevidenza, in estrinsecazione del suo ruolo di centro tecnico, si adopera per far conoscere le caratteristiche di varie tipologie di Fondi di Investimento Alternativi (FIA), che nella totalità dei casi compiono investimenti nell’economia reale: fondi immobiliari, fondi di private equity, credit funds, fondi dedicati alle energie alternative, fondi votati al nuovo comparto dell’intelligenza artificiale e della robotica. “Per ciascuna tipologia di possibile impiego, da soli o con altri – ha ricordato il presidente di Assoprevidenza –  abbiamo realizzato convegni e seminari, cercando di informare al meglio il comparto della previdenza complementare. Da ultimo ci siamo particolarmente focalizzati sul settore delle infrastrutture sociali (Residenze Sanitarie Assistenziali, strutture sanitarie in genere, studentati), che risultano piuttosto ‘semplici’ da valutare e sono in grado di offrire, con bassissimo rischio, rendimenti stabili e interessanti nel tempo”. Inoltre questa tipologia di investimenti, secondo Corbello, sposa perfettamente la missione sociale degli enti previdenziali con le necessità del Paese: “Per le RSA basti pensare al peso del fenomeno invecchiamento, di cui l’Italia è la punta di diamante in Europa, e alla loro caratteristica – cui siamo particolarmente sensibili – di iniziative di sviluppo sostenibile”.

Con l’incontro di martedì sul tema delle infrastrutture sociali Assoprevidenza ha voluto rendere pubblico un intervenuto momento di coesione tra tutte le tipologie di investitori istituzionali, superando quindi l’ambito della previdenza complementare.

Alla sollecitazione di Assoprevidenza hanno infatti risposto positivamente e stanno rispondendo fondi di previdenza complementare, fondazioni bancarie, casse professionali di base, compagnie di assicurazione. “Siamo particolarmente onorati della circostanza che al nostro appello, tra i primi – ha tenuto ad affermare Corbello – abbia aderito il Fondo Pensione della Città del Vaticano: ancor prima dei contenuti di sicurezza e redditività, ha positivamente considerato l’eticità dell’investimento di cui si è discusso oggi”.

All’incontro ha partecipato REAM sgr, asset manager del settore immobiliare con caratteristiche uniche nel panorama delle società di gestione italiane: il capitale fa interamente capo a fondazioni bancarie, quindi a enti non profit. REAM è stato l’operatore su cui si è particolarmente appuntata l’attenzione degli investitori istituzionali. Il suo Direttore, Generale Oronzo Perrini, in particolare, ha illustrato la peculiare e rigorosa procedura di investimento adottata dalla SGR da lui diretta.