Il nuovo piano triennale di Generali 2019-2021 punta a 4,5-5 miliardi di dividendi
Una cifra compresa tra 3 e 4 miliardi potrà essere utilizzata per acquisizioni e un altro miliardo sarà investito per la trasformazione tecnologica e digitale. Tranquilli su Solvency II e rischio spread
di Anna Messia

Generali vuole crescere e per farlo è pronta a investire 3-4 miliardi. Il budget è indicato nel nuovo piano industriale 2019-2021 presentato ieri a Milano dal gruppo assicurativo guidato da Philippe Donnet. «La cassa disponibile sull’arco di piano sarà complessivamente di oltre 10 miliardi, provenienti sia da generazione operativa di cassa sia da dimissioni», ha spiegato il group ceo, aggiungendo che «di questi 4,5-5 miliardi saranno destinati a dividendi, 1,5-2 miliardi alla riduzione del debito e il resto, 3-4 miliardi, alla crescita». Numeri che indicano la volontà del gruppo (che come anticipato da MF-Milano Finanza sta per rivedere lo statuto e confermare Gabriele Galateri alla presidenza) di spingere l’acceleratore sulla profittabilità e sullo sviluppo della compagnia, con un occhio di riguardo agli azionisti. Nel precedente piano, elaborato dall’ex ceo Mario Greco e poi portato avanti dallo stesso Donnet, l’obiettivo di dividendi era di 5 miliardi, spalmati però su quattro anni. Il nuovo business plan punta ad avvicinarsi allo stesso traguardo, ma in tre anni. Il focus sarà sullo sviluppo, sia per linee interne sia con acquisizioni. «Investiamo risorse significative nella crescita e questa è una notizia: non abbiamo mai avuto una posizione di capitale simile per puntare sull’espansione», ha aggiunto Donnet sottolineando che il raggiungimento dei target del piano, che prevedono un return in equity medio superiore all’11,5%, un dividend pay out tra il 55 e il 65%, e una crescita media annuale degli utili per azione del 6-8%, non tengono conto di eventuali acquisizioni. Sul tavolo non c’è ancora nulla ma «in Europa è pieno di occasioni, in molti settori, dal vita al retail per arrivare all’asset management», ha aggiunto il manager. In ogni caso, se non si presentassero buone occasioni non è escluso un buy back, ha detto il group general manager del Leone, Frédéric de Courtois: «Non è una priorità ma se non si trovassero buone occasioni potremmo valutarlo». Intanto è certo che il risparmio gestito sarà un Asset sul quale il gruppo Generali punterà forte anche per colmare il divario dimensionale con gli altri big assicurativi europei, come Allianz o Axa .

Al termine del nuovo piano strategico, nel 2021, Generali sarà «un gruppo assicurativo e di asset management», ha puntualizzato il ceo. In questi mesi sono già state realizzate operazioni di acquisizione, come con la francese Sycomore e l’obiettivo è di raddoppiare il peso dell’asset management, arrivando entro il 2021 a 400 milioni di utile netto, dai 187 di fine 2017, con il margine operativo della divisione che dovrà salire dal 42 al 45% e le gestioni per conto di terzi che dovranno lievitare dal 6% 2017 al 35%. «Nel lungo termine abbiamo l’ambizione di posizionarci tra i primi cinque top player multiboutique al mondo», ha annunciato ieri Timothy Ryan, group cio e numero uno dell’asset e del wealth management di Generali . Per aumentare la profittabilità del settore assicurativo il gruppo è poi pronto a investire 1 miliardo di euro per la trasformazione digitale del gruppo, ma la rete distributiva. A proposito della situazione complicata dell’Italia e dello spread sotto pressione, Donnet ha poi detto che il piano è robusto e non è legato troppo alle condizioni macro italiane. Nel business plan è previsto tra l’altro un incremento del peso degli altri Paesi rispetto all’Italia, anche in termini di rimesse di cassa alla Holding che passeranno complessivamente dai 7 miliardi del triennio 2016-2018 ai 9,5 miliardi nel triennio 2019-2011 (pari a 7 miliardi netti dopo le spese e gli ingressi). Per quanto riguarda i Btp in portafoglio (nel gruppo sono pari a 58 miliardi) l’ad ha spiegato che nell’arco del piano la compagnia continuerà a ridurre il peso dei governativi a favore di bond aziendali. Nei prossimi tre anni 20 miliardi di euro saranno puntati in particolare su private equity, private debt e real estate. A proposito di Solvency Donnet ha sottolineato che la sensibilità di Generali allo spread si è ridotta. Il piano non prevede tra l’altro un obiettivo di Solvency II ma fissa un range (180-240%) che se venisse sforato richiederebbe azioni d’intervento. A settembre Generali aveva un regolatory solvency ratio del 200%. (riproduzione riservata)

 

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