di Simona D’Alessio

È l’Inps a doversi accollare le «spese amministrative» delle pratiche di pensione in cumulo gratuito dei contributi (opportunità estesa ai liberi professionisti iscritti agli Enti pensionistici privati e privatizzati, mediante la legge 236/2016, disciplina divenuta, però, operativa solamente dalla fine dello scorso mese di marzo). A precisarlo, nero su bianco, è la riformulazione dell’emendamento alla Legge di bilancio depositato da alcuni parlamentari della Lega, iniziativa (appoggiata dal sottosegretario al lavoro Claudio Durigon) nata con l’intento di venire a capo della controversia tra l’Istituto di previdenza pubblica e le varie Casse private, e che ha passato l’esame della commissione bilancio della Camera; il testo, fa sapere a ItaliaOggi una delle firmatarie, la deputata Elena Murelli, è stato oggetto nella serata di lunedì di una correzione ministeriale, e ora può proseguire la sua «corsa» a Montecitorio. La revisione ha riguardato sia il tema degli oneri dell’Inps, «unico ente pagatore della pensione di cumulo» (è stato, infatti, eliminato il riferimento alle «risorse stanziate dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205», ndr), ma è stato pure specificato che «le gestioni interessate (Casse private incluse) determinano, secondo i loro ordinamenti, il trattamento «pro quota» in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati». L’Adepp (Associazione degli enti previdenziali) che, per bocca del presidente Alberto Oliveti, contesta la definizione di «ente pagatore» conferita all’Inps, manifesta soddisfazione per il progetto parlamentare-governativo di risoluzione della diatriba che, secondo quanto comunicato dall’Istituto guidato da Tito Boeri, potrebbe ancora sfociare nell’avvio di un contenzioso giudiziario (giacché, in una lettera, annunciava d’esser pronto a valutare «ogni opportuna azione» per ottenere il pagamento delle spese, si veda ItaliaOggi del 19 ottobre 2018). «Attendiamo che l’emendamento passi», continua, lasciando intendere che, così come è stato (ri)scritto, il testo potrebbe scongiurare ulteriori richieste economiche da parte dell’Inps.

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