Gli asset della banca raggiungono quota 58,5 mld di euro (+9%) nei primi nove mesi dell’anno, ma i profitti scendono dal 7,8% a 135 mln per via del crollo delle commissioni di performance. In recupero il terzo trimestre. Nextam pagata 25 mln, l’1,4% delle masse. A ottobre raccolti 230 mln
di Paola Valentini

Ai massimi storici le masse (58,5 miliardi, +9%), ma Banca Generali ha chiuso i primi nove mesi riportando un utile netto in calo tendenziale del 7,8% a 135,8 milioni con il margine d’intermediazione in flessione dello 0,7% a 331,8 milioni per via della netta diminuzione delle commissioni di performance (-56% a 36,6 milioni). Al netto dei ricavi variabili, l’utile netto ricorrente ha mostrato, infatti, un rialzo del 38% a 87,7 milioni.
Le commissioni nette sono diminuite del 2,7% a 265,5 milioni, mentre il margine d’interesse è sceso del 6,1% a 44,2 milioni. Il risultato operativo si è poi attestato a 188,5 milioni, in arretramento del 3,3%. In dettaglio le commissioni di gestione sono salite dell’11% a 478,7 milioni, grazie alla continua espansione dimensionale della banca.
In sensibile aumento anche le commissioni bancarie e d’ingresso (51,4 milioni, +26%) per le iniziative di diversificazione avviate nell’ultimo anno (lancio della piattaforma di certificates e contratto di consulenza evoluta). Ma il terzo trimestre ha registrato dati positivi: l’utile netto è cresciuto del 10,2% anno su anno a 43,3 milioni, il margine d’intermediazione è salito del 9,7% a 108,4 milioni, il risultato operativo è migliorato dell’11% a 58,7 milioni.

Il valore delle masse che hanno sottoscritto il contratto di consulenza evoluta hanno poi raggiunto i 2,3 miliardi a fine settembre, pari al 3,9% delle masse complessive. La raccolta netta è stata di 4,1 miliardi nei nove mesi. “Aggiungendo i circa 230 milioni raccolti a ottobre, si arriva a quasi 4,4 miliardi nei dieci mesi”, ha spiegato l’ad, Gian Maria Mossa. Resta alta la consistenza patrimoniale con il Cet1 al 18% e il total capital ratio al 19,6%.
“Risultati solidi che riflettono la qualità della nostra consulenza e la prontezza della banca nel rispondere alle mutate condizioni dei mercati. Nonostante la forte volatilità, tra luglio e settembre abbiamo aumentato di oltre il 10% i profitti e la crescita dimensionale è proseguita, specie nella fascia di clientela private che oggi riguarda quasi il 65% delle masse complessive”, ha aggiunto Mossa che ha confermato il target di raccolta di tutto il 2018 tra i 5 e i 5,5 miliardi.
Il top manager, inoltre, a proposito della recente acquisizione della boutique Nextam, ha poi aggiunto che questa operazione “accelererà il nostro sviluppo nel wealth management. Sebbene in un contesto di grande cautela, grazie alla forza della domanda e alle numerose iniziative in fase di lancio siamo fiduciosi di continuare a crescere”. Mossa non ha infatti escluso altre acquisizioni.

Nextam, ha poi detto Mossa, “è stata pagata 25 milioni di euro, compresi 7 milioni di capitale, pari a un multiplo dell’1,4% sulle masse gestite”. Banca Generali lo scorso 22 ottobre ha comunicato di aver presentato un’offerta vincolante finalizzata all’acquisizione del 100% di Nextam Partners, boutique finanziaria attiva dal 2001 nell’asset e wealth management oltre che nell’advisory per la clientela private ed istituzionale in Italia.
Il gruppo Nextam Partners (riconducibile per l’80% ai tre soci fondatori, ovvero gestori indipendenti) ha un portafoglio clienti di circa 2.500 clienti, per conto dei quali il gruppo gestisce circa 5,5 miliardi di masse in advisory, unitamente ad ulteriori 1,3 miliardi in gestione.
Al momento il titolo Banca Generali sagna un ribasso dello 0,66% a quota 17,93 euro a Piazza Affari.

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