Nei primi nove mesi del 2018 il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) del mercato vita in Italia è stato pari a € 23,9 mld, in aumento del 25,4% rispetto all’analogo periodo del 2017 ma in diminuzione rispetto al corrispondente periodo nel triennio precedente (2014-2016), quando la raccolta netta superava i € 30 mld.

Tale risultato – secondo quanto riporta l’ANIA nella statistica dedicata – è stato determinato dall’aumento del volume dei premi, dovuto in gran parte al contributo positivo della raccolta di ramo I, e all’ammontare del totale onere sinistri che risulta in lieve calo rispetto all’analogo periodo del 2017.

Da inizio anno il volume dei premi contabilizzati è stato pari a € 76,8 mld, in aumento del 6,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, dopo due anni consecutivi di variazione negativa (-6,3% e -10,3% rispettivamente nell’analogo periodo del 2017 e del 2016).

L’85% dei premi è generato dall’emissione di nuovi contratti o dall’introito di premi unici aggiuntivi relativi a polizze già in essere, in aumento del 5,5% rispetto ai primi nove mesi del 2017 (percentuali ricavate utilizzando i dati della rilevazione associativa mensile sulla nuova produzione vita).

L’ammontare dei premi contabilizzati risulta costituito per l’81% da premi unici, in aumento del 5,3% rispetto a tutto il III trimestre 2017, e per il restante 19% da premi periodici, di cui il 5% sono premi di prima annualità (+7,5%) e il 14% premi di annualità successive (+10,5%). Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – la variazione del volume premi passerebbe da +6,1% a +8,4%.

Nei primi nove mesi del 2018 l’ammontare complessivo delle uscite, pari a € 52,9 mld, è risultato in lieve calo (-0,8%) rispetto al corrispondente periodo del 2017 ma superiore a quello rilevato nei quattro anni precedenti. La quota prevalente delle uscite è derivata dai riscatti e dagli altri rimborsi, pari al 65% dei pagamenti complessivi e in aumento del 6,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; le scadenze e le rendite maturate, comprensive della variazione delle riserve per somme da pagare, hanno raggiunto un’incidenza pari al 22% delle uscite totali, a fronte di un ammontare in calo del 20,1%, mentre il restante 13% è costituito dagli importi dei sinistri per decesso e altri eventi attinenti alla vita umana coperti dalle polizze vita, che hanno registrato un incremento annuo del 4,2%.

Un’analisi più approfondita dei dati evidenzia che l’81% delle imprese, rappresentative del 95% del mercato in termini di premi contabilizzati 2017, ha registrato da inizio anno un flusso netto positivo e che il 52% (per una quota premi pari al 59%) ha ottenuto un risultato migliore della media dell’indice (3,56%), calcolato rapportando il flusso netto totale alla giacenza media delle riserve complessive.

Le riserve tecniche vita alla fine del III trimestre 2018 sono state pari a € 685,7 mld, in aumento del 6,0% rispetto al corrispondente periodo del 2017 (variazione superiore a quella registrata nei due trimestri precedenti) e del 4,2% rispetto alla fine del 201.

In particolare, il 72% delle riserve deriva da impegni assunti nel ramo I mentre il 21% è afferente a polizze di ramo III. Analizzando la concentrazione delle riserve tecniche tra le compagnie di assicurazione operanti in Italia alla fine del III trimestre 2018, si osserva che circa la metà dell’intero ammontare (48,4%) è detenuto dalle prime cinque compagnie, mentre se si considerano anche le successive cinque si arriva a quasi il 70%. La variazione dello stock delle riserve rispetto alla fine dell’esercizio 2017 è stata pari a € 27,7 mld, € 3,8 mld in più rispetto al saldo tecnico del settore vita, per effetto principalmente dei rendimenti delle polizze di ramo I attribuiti agli assicurati.

Da inizio anno il ramo I ha registrato un flusso netto positivo pari a € 13,1 mld (di cui il 68% generato dalla quota di ramo I delle polizze multiramo), in aumento del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2017 ma ancora in significativo calo rispetto ai primi nove mesi del triennio 2014-2016, quando la raccolta netta superava i € 20 mld. Tale risultato è stato determinato dall’incremento del 4,5% della raccolta premi, pari a € 48,7 mld (di cui l’80% a premio unico), a fronte di un aumento più contenuto registrato dalle uscite (+3,9%), che raggiungono € 35,6 mld (di cui il 62% rappresentato da riscatti e altri rimborsi). L’incidenza dei premi di nuova produzione sul contabilizzato è stata pari all’85%, superiore di un punto percentuale rispetto a quella registrata nei primi nove mesi del 2017. Gli oneri complessivi per riscatti, scadenze e sinistri sono risultati inferiori solo a quelli del corrispondente periodo del 2015 e hanno rappresentato nel ramo I il 7,2% delle riserve.

Relativamente al ramo III, la raccolta netta da gennaio è stata pari a € 9,4 mld (di cui circa l’83% generato dalla quota di ramo III delle polizze multiramo), in aumento del 35,0% rispetto all’analogo periodo del 2017 e ancor più rispetto a quella del 2016, ma inferiore di oltre € 2,5 mld se paragonata a quella del 2015. Tale risultato è stato determinato dall’incremento annuo del 2,7% registrato dal volume premi, pari a € 23,3 mld (di cui il 91% afferente a nuovi contratti e l’84% relativo a premi unici), e da una contrazione delle uscite (-11,5% rispetto a tutto il III trimestre 2017), per un importo pari a € 13,9 mld, principalmente dovute a riscatti (il 73% del totale oneri). L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo III il 9,6% delle riserve.

Il ramo V, con un volume premi di € 3,3 mld (di cui l’87% di premi unici), pressoché raddoppiato rispetto alla fine del III trimestre 2017, e con un ammontare di pagamenti pari a € 2,5 mld (di cui quasi il 60% dovuto a riscatti), in aumento del 35,2%, ha visto una raccolta netta positiva pari a € 757 mln (in calo rispetto al I semestre 2018 quando si attestava a quasi € 1 mld). Il 52% del totale premi è afferente a nuovi contratti mentre l’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo V l’8,8% delle riserve.

Da inizio anno il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) registrato per i prodotti multiramo è stato pari a € 16,8 mld (di cui il 54% afferente al ramo I), pari al 70% della raccolta netta complessiva del settore vita e in crescita del 2,0% rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2017 (cfr. Fig. 4). Il volume dei premi contabilizzati ha raggiunto € 23,5 mld (+7,4% rispetto a tutto il III trmestre 2017), di cui € 20,6 mld sono riconducibili a premi unici e i restanti € 2,9 mld a premi periodici. Il 55% è rappresentato da premi di ramo I (+12,9% rispetto al 2017) mentre i premi di ramo III si attestano al 45%, con un incremento annuo dell’1,4%. L’ammontare complessivo delle uscite è stato pari a 6,8 miliardi (+23,5% rispetto ai primi nove mesi del 2017), quasi totalmente riferibile a riscatti e altri rimborsi (pari all’83% dei pagamenti complessivi), in aumento del 24,3% rispetto all’analogo periodo del 2017. Il 58% del totale oneri è generato da polizze di ramo I.

Analisi per canale distributivo

Da inizio anno la principale forma di intermediazione, in termini di volume premi, è risultata essere il canale degli sportelli bancari e postali, con un ammontare pari a € 48,4 mld (+5,6% rispetto allo stesso periodo del 2017) e un’incidenza sul totale premi vita del 63%.

Nel dettaglio, i rami in cui tale canale ha registrato la maggiore quota sono il ramo I (67%) e il ramo III (63%), oltre a commercializzare quasi i due terzi delle polizze multiramo, che nascono come combinazione di entrambi i rami. Volumi di business più contenuti per gli sportelli bancari e postali si sono riscontrati invece nel ramo V e nel ramo VI, dove è molto forte la presenza della vendita diretta tramite agenzie in economia, con quote di mercato sui singoli rami rispettivamente del 50% e del 45%; nei primi nove mesi dell’anno quest’ultimo canale ha raccolto un ammontare premi pari a € 7,5 mld (il 10% del totale premi vita), con un aumento del 21,0% rispetto allo stesso periodo del 2017, afferenti per il 60% a polizze di ramo I.

I consulenti finanziari abilitati hanno distribuito il 26% dei premi di ramo III, oltre la metà dell’intera raccolta del canale che nei primi nove mesi dell’anno ha raggiunto € 10,7 mld (il 14% del totale mercato vita), importo stazionario rispetto all’analogo periodo del 2017.

Il terzo canale di intermediazione risulta essere quello relativo agli agenti, con una quota di mercato pari all’11% e un ammontare di € 8,8 mld (-1,7% rispetto ai primi nove mesi del 2017), prevalentemente relativi a polizze di ramo I (il 13% dei premi di tale ramo).
I broker e gli altri canali non tradizionali a tutto il III trimestre 2018 hanno contabilizzato un volume premi complessivo di € 1,4 mld, di cui il 55% afferente a polizze di ramo V e il restante principalmente a polizze di ramo I. Le polizze di ramo IV, seppur ancora scarsamente commercializzate in Italia, sono state vendute principalmente da quest’ultimo canale.

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