di Luciano Mondellini
Tesla in testa, a seguire il gruppone della gran parte delle case automobilistiche (tra cui Bmw , Daimler , General Motors, Renault -Nissan e Volkswagen ). In coda i più scettici come Fca , Toyota e Hyundai-Kia. È questa oggi la griglia di partenza nella corsa allo sviluppo dell’auto senza pilota. Almeno secondo Berenberg, prestigiosa e antica banca d’affari tedesca (è stata fondata nel 1590) che in settimana ha prodotto un corposo report sulla situazione attuale di una nicchia di mercato (quella dei cosiddetti «robotaxi») che al momento ha «un valore soltanto negli Stati Uniti superiore a 21 miliardi di dollari».
Il settore è probabilmente il più avveniristico tra tutti quelli del compongono il comparto auto. Attualmente, spiega lo studio, «la tecnologia driverless ha generato valutazioni speculative crescenti per i soggetti coinvolti. Ma non è semplice distinguere tra redditività e valutazioni, e supporre arbitrariamente che possa portare ad alti margini potrebbe risultare superficiale». Pertanto in questo momento la grande differenza sembra essere tra chi ci crede e chi no e quindi non deve sorprendere se anche colossi come Toyota siedano nelle posizioni di rincalzo. In testa come livello di coinvolgimento («level of engagement») c’è Tesla cui Berenberg assegna tre stelle (si legga tabella in pagina). La società di Elon Musk è l’unico produttore in grado di sfruttare un’ampia base installata per raccogliere dati di guida preziosi per il perfezionamento del software, ed entro il 2019 Tesla prevede di produrre auto completamente autonome. Non solo. Già quest’anno Musk intende dare una dimostrazione facendo un viaggio su una vettura interamente autonoma da Los Angeles a New York, senza alcun intervento da parte del conducente. Alle spalle della società statunitense si piazza la gran parte dei player mondiali con due stelle. A iniziare da Bmw che con Fca , Intel e Mobileye ha annunciato una collaborazione per lo sviluppo di sistemi di guida completamente autonomi che saranno commercializzati entro il 2021. Anche la connazionale Daimler ha due stelle sulla scia della partnership con Nvidia e Bosch per lo sviluppo di sistemi a pilota automatico oltre ad aver stipulato un accordo con Uber per la messa in esercizio di robotaxi. Sotto il nome di Highway Pilot, Daimler sta anche studiando sistemi di guida autonoma per camion. Sullo stesso livello Ford, che nell’arco di cinque anni investirà 1 miliardo di dollari nella società di intelligenza artificiale Argo AI. Ed entro il 2021 porterà sul mercato una vettura autonoma di livello quattro basata sulla tecnologia Argo AI, inizialmente per robotaxi. Così come due stelle ha Gm che ha acquistato lo sviluppatore di sistemi a guida autonoma Cruise Automation per 580 milioni di dollari nel marzo 2016, e ha immediatamente annunciato piani di aumento del personale di 1.100 unità in cinque anni per espandere le attività di Cruise. A quanto pare, sta sviluppando robotaxi a guida totalmente autonoma che potrebbero entrare in commercio entro il 2018. Sempre con due stelle sono anche altri due colossi del panorama mondiale come Renault -Nissan e Volkswagen . L’alleanza franco-nipponica entro il 2022 l’Alleanza lancerà 40 modelli con diversi livelli di autonomia. Dal 2019 Renault presenterà 15 modelli a guida autonoma. Mentre la casa di Wolfsburg nel 2018 sarà tra i primi costruttori a mettere sul mercato un veicolo di livello tre di guida autonoma (in una scala che arriva a cinque), Audi A8. E punta al lancio di veicoli di livello cinque entro il 2021, compresi auto, furgoni e camion.
Quattro invece le società in coda alla graduatoria con una sola stella: Psa, Toyota, Fca e Hyundai-Kia. In particolare per quanto riguarda il Lingotto, Berenberg spiega che dal 2016 la casa italo-statunitense è partner di Waymo per la fornitura di Chrysler Pacifica Hybrid per i test. Inoltre, ad agosto 2017 è entrata a far parte del consorzio Bmw /Intel /Mobileye per lo sviluppo della tecnologia di guida autonoma. Tuttavia, spiega il report, gran parte dello sviluppo di tecnologia a guida autonoma di Fca prende la forma di partnership e collaborazioni, con un lavoro interno poco visibile. Per esempio nel progetto con Waymo, Fca pare semplicemente essere il fornitore dei veicoli. Mentre, continua lo studio, nel consorzio Bmw /Intel /Mobileye, il ruolo di Fca non è chiaro, anche se Marchionne si aspetta di poterne trarre sinergie ed economie di scala. Anche per quanto riguarda la raccolta dati il report spiega: poco all’infuori delle alleanze con Waymo e Bmw /Intel /Mobileye.
Attenzione però a dare giudizio affrettati sulla capacità di investimento. Anche due colossi come Toyota e Hyundai ha una stella sola. La casa giapponese sembra anch’essa non cerderci molto. Dato che lo studio la definisce piuttosto in ritardo. Anche se nel 2016 ha istituito il Toyota Research Institute per concentrarsi sull’intelligenza artificiale e la robotica, a fronte di un investimento di oltre un miliardo di dollari in cinque anni. Tra i ritardatari c’è anche Hyundai. nel 2016 la casa coreana ha comunicato la spesa di 1,7 miliardi di dollari in quattro anni per sviluppare una tecnologia di guida autonoma, una grande cifra rispetto agli investimenti di altri produttori. L’azienda mira alla guida autonoma in autostrada entro il 2020 e alla guida autonoma urbana entro il 2030, che sono obiettivi relativamente tardivi secondo lo studio. (riproduzione riservata)
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