Arriva il bugiardino dei prodotti finanziari. La normativa europea lo ha battezzato Kid (Key information document) e sarà un documento che, stampato, deve essere composto al massimo da tre fogli formato A4 i quali, con un linguaggio il più possibile semplice, dovranno dare ai risparmiatori un’idea immediata dei rischi, dei rendimenti attesi e dei costi di ciascun prodotto finanziario, proprio come avviene con i foglietti illustrativi dei farmaci.
La rivoluzione è alle porte. Il primo gennaio entra infatti in vigore il regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo ai Kid dei cosiddetti Priips (acronimo di Packaged retail investment and insurance-based investments products), ovvero fondi comuni e sicav, polizze Vita finanziarie, prodotti strutturati, obbligazioni convertibili e derivati). Un mercato che vale circa 10 mila miliardi in Europa.

La norma della Ue fa parte di un più ampio pacchetto legislativo dedicato a ricostruire la fiducia dei consumatori nei mercati finanziari, a cui sono riconducibili anche la direttiva Mifid II (anch’essa operativa da inizio 2018). In pratica i Priips sono caratterizzati da un processo di costruzione che li rende strumenti diversi da quelli a detenzione diretta come ad esempio i titoli di Stato che quindi sono esclusi dall’ambito di applicazione di queste regole al pari di azioni, obbligazioni, depositi non strutturati, polizze assicurative con prestazioni dovute solo in caso di morte o danni gravi e fondi pensione. Le regole sui Kid si applicano nei confronti dei produttori, ma anche dei distributori e di chi fornisce consulenza. Prima della sottoscrizione del prodotto, questi operatori dal primo gennaio 2018 (con una deroga per i fondi al primo gennaio 2019) saranno tenuti a fornire il Kid agli investitori retail. I quali finora, per i soli fondi comuni, hanno avuto a disposizione un altro documento altrettanto snello, il Kiid.

Ma i Kid dei Priips, seppure solo con una i in meno, sono molto diversi ai Kiid dei prodotti del risparmio gestito. Le differenze riguardano la metodologia utilizzata per il calcolo degli indicatori di rischio, la presentazione degli scenari di performance, che è nuova, e anche un maggior dettaglio dei diversi elementi di costo che sono espressi non soltanto in valore percentuale, ma anche in valore assoluto (in euro). A livello generale il Kid (che sarà parte integrante della documentazione legale d’offerta) deve essere breve, scritto in modo conciso e in linguaggio non tecnico, in modo da essere comprensibile per al risparmiatore retail. Da questo documento gli investitori dovranno comprendere autonomamente gli elementi principali dello strumento finanziario e saranno aiutati a fare un confronto con altri prodotti, senza ricorrere a ulteriore documentazione legale. Il regolamento Ue richiede che il Kid sia messo a disposizione degli investitori retail, anche attraverso il sito internet del produttore e della rete distributiva, in tempo utile prima della vendita, data la natura di documento precontrattuale.

Per capire come leggere questi nuovi fogli, MF-Milano Finanza presenta in questa pagine un fac-simile di Kid elaborato dalla società Fairmat (cornici arancioni) con alcune note (quelle su sfondo blu) che spiegano come orientarsi nell’interpretazione delle varie informazioni pubblicate. Ma ecco nel dettaglio cosa troverete nei Kid.

Dopo una premessa che descrive il prodotto (tipologia, nome, generalità dell’emittente, ma anche i principali fattori da cui dipende il rendimento e le modalità di determinazione di quest’ultimo, l’eventuale data di scadenza e, se si tratta di una polizza, le caratteristiche principali del contratto assicurativo), segue la sezione intitolata Quali sono i rischi e qual è il potenziale rendimento?. Qui è pubblicato l’indicatore sintetico di rischio composto da una scala da 1 (il più basso) a 7 (il più alto) con la motivazione della classe di rischio attribuita. Poi ci deve essere un avviso sull’eventuale illiquidità del prodotto e, nel caso di uno strumento in valuta diversa dalla valuta ufficiale dello Stato in cui è commercializzato, va evidenziato che il suo rendimento può variare a seconda delle fluttuazioni dei cambi. Non deve mancare una nota che indica che il rischio può essere significativamente maggiore di quello rappresentato dall’indicatore sintetico qualora il prodotto non sia detenuto fino alla scadenza o per il periodo di detenzione raccomandato, ricordando anche per quanto tempo si deve detenere l’investimento e se si può ritirare il capitale prematuramente.

Nell’esempio di Kid pubblicato in queste pagine, ad esempio, la polizza presa in esame il livello di rischio calcolato è nella fascia medio bassa della forchetta (tra 3 e 4) assumendo che l’investitore mantenga il prodotto per 12 anni (la durata di investimento raccomandata riportata nel Kid). Ma nel documento si sottolinea che «il livello di rischio attuale può variare significativamente se il prodotto viene venduto anticipatamente». La stessa avvertenza vale anche se il prodotto in cui si investe è un’obbligazione strutturata. L’emittente deve ricordare che potrebbe «non essere possibile vendere facilmente il prodotto o potrebbe essere possibile soltanto a un prezzo che incide significativamente sull’importo incassato».

Non deve mancare l’indicazione della perdita massima possibile e la segnalazione che l’investimento si può azzerare se è privo di protezione o se l’ideatore del prodotto è insolvente, e che la perdita totale potrebbe essere notevolmente superiore all’investimento iniziale totale. Un altro aspetto importante che è prescritto nel quadro dei rischi riguarda gli scenari di performance che sono quattro: di stress, sfavorevole, moderato e favorevole. Nel caso dei prodotti di investimento assicurativi, in questa sezione va inserita un’ipotesi di performance supplementare che tenga conto delle prestazioni assicurative che il beneficiario riceverà qualora si verifichi un evento assicurato coperto. Tutti questi scenari puntano a dare un’idea dei possibili risultati finanziari del prodotto in differenti orizzonti temporali (alla fine del primo anno, dopo la metà del periodo di detenzione raccomandato arrotondato alla fine dell’anno più vicino e alla fine del periodo di detenzione raccomandato). Per esempio nel caso del Kid pubblicato in pagina l’investimento di 10 mila euro, tramite polizza unit linked, in un fondo obbligazionario corporate può generare un capitale dopo 12 anni di 16.450 euro nello scenario favorevole (quindi un rendimento anualizzato del 4,24%), ma, se, invece, ci fosse uno scenario di stress il rimborso sarebbe di soli 5.939 euro sempre dopo 12 anni.

Sulla performance finale non incidono solo le condizioni di mercato, ma anche il profilo commissionale del prodotto. E anche su questo fronte le informazioni non mancano. Nel paragrafo Quali sono i costi il sottoscrittore avrà a disposizione sia i costi totali sostenuti in euro in base ai periodi di detenzione sia il corrispondente calcolo di quanto questi riducono il rendimento finale. È previsto anche uno specchietto sulla composizione dei costi (espressi in percentuale): una tantum, (ovvero di ingresso e di uscita dal prodotto), ricorrenti (tra questi rientrano le commissioni di gestione e di transazione) e accessori (come le commissioni di performance con l’indicazione di quando scattano).
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