Gli investitori retail di Mps che nel 2008 sottoscrissero il bond subordinato loro dedicato e convertito in azioni a seguito del burden sharing dovranno restare azionisti per una piccola quota. La banca ha infatti comunicato che andrà al riparto l’offerta di scambio volontaria pagata dal Tesoro per un ammontare massimo di poco superiore a 1,5 miliardi. Il coefficiente di riparto provvisorio è del 92,3%. Il motivo è che sono state consegnate azioni per un controvalore complessivo (1,6 miliardi) superiore all’ammontare destinato all’offerta pubblica volontaria parziale di scambio.

Intanto sono ore decisive per la presentazione delle liste per il rinnovo della governance di Mps . Se il dato certo è che il Tesoro la farà da padrone, i fari sono puntati sui posti riservati alle minoranze. Questi ultimi sarebbero tre, dato che il Mef ha il diritto a nominare 10 dei 13 consiglieri del board. Generali ha intenzione di giocare il suo ruolo di secondo socio dell’istituto senese dopo la conversione dei bond subordinati che ha portato il Leone a detenere circa il 4% dell’istituto. È quindi logico pensare che non farà passi indietro sulla presentazione della lista. Stessa scelta dovrebbe fare Assogestioni, o meglio sul Comitato dei gestori che, attraverso la segreteria tecnica, gestisce la pratica. Quanto alla presidenza, se a Roma sono spuntate diverse ipotesi come quella del direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via, a Siena viene data per probabile una riconferma dell’uscente Alessandro Falciai. (riproduzione riservata)
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