di Roberta Castellarin e Paola Valentini
In questi giorni le Poste collocano un buono fruttifero a tre anni che punta a fare concorrenza ai Btp e ai conti di deposito delle banche. Rende lo 0,7% annuo lordo a scadenza. Il gruppo guidato dall’ad Matteo Del Fante ha scelto infatti di spingere sul risparmio postale, ovvero buoni e libretti che il Bancoposta distribuisce per conto della Cdp, dopo i deflussi per 10 miliardi all’anno registrati in questi strumenti sia nel 2015 sia nel 2016, mentre quest’anno il rosso è di 9 miliardi.

La concorrenza delle banche, tra conti di deposito e fondi comuni, ha infatti drenato flussi di denaro dagli sportelli postali. Che ora corrono ai ripari, potendo anche contare su una rete molto più capillare di qualsiasi altra banca dato che conta circa 13 mila uffici postali ed è presente nel 97% dei 7.778 comuni italiani.

E proprio dai nuovi buoni fruttiferi triennali il gruppo punta a invertire la tendenza dei riscatti. Oggi con i tassi dei titoli di Stato ai minimi e in qualche caso anche negativi non è difficile essere competitivi. Per fare un confronto, il Btp a tre anni presenta in questi giorni un rendimento lordo a scadenza molto più basso, attorno allo 0,03%. Inoltre il punto di forza dei buoni fruttiferi è che si può chiedere il rimborso in qualsiasi momento, ottenendo il capitale investito anche se nel caso del certificato a tre anni non si percepiscono interessi se si esce prima (mentre nei buoni ordinari chi riscatta prima li percepisce). Nel frattempo le banche, soprattutto quelle meno tradizionali, continuano a puntare sui conti di deposito. Tra le offerte più generose in questo momento, c’è Ibl Banca che ha un deposito vincolato a 36 mesi che rende l’1,35% annuo lordo e un deposito libero con tasso annuo dell’1%. Ma bisogna considerare che la tassazione sui rendimento in questo caso è del 26%, mentre quella sui buoni postali è rimasta al 12,5% (come i titoli di Stato). Quindi l’1,35% diventa lo 0,99% e l’1% scende allo 0,74%. Rendimenti che sono superiori a quelli dei buoni a tre anni (a scadenza lo 0,6125% annuo netto) ma bisogna considerare che, a differenza di quanto accade in questi ultimi, la somma investita nel conto di deposito di Ibl rimane vincolata per tutto il periodo, quindi il depositante non può ottenere in via anticipata la disponibilità delle somme. Interessante è anche Banca Ifis che nel conto di deposito vincolato Rendimax Top a tre anni offre l’1,5% annuo lordo, ma anche qui la disponibilità della somma è a scadenza. Mentre Chebanca! (gruppo Mediobanca ) ha in promozione un’offerta che prevede, per tutti coloro che vincolano a sei mesi nuova liquidità fino al 30 novembre 2017, un tasso promozionale dello 1% annuo lordo, quindi lo 0,5% a sei mesi. Nelle proposte più aggressive le banche, quindi, oggi offrono un po’ di più, ma i rischi di fallimento dell’istituto, con la nuova normativa sul bail-in, possono ricadere sulle spalle dei risparmiatori. Sia i titoli del Tesoro, sia i buoni fruttiferi (accanto alla versione a tre anni, il gruppo offre i classici buoni ordinari a 20 anni e quelli dedicati ai minori), hanno la garanzia dello Stato, mentre i conti delle banche sono coperti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ma fino all’importo massimo di 100 mila euro per depositante.

Al di là della sicurezza e della fiscalità di vantaggio, inoltre, i prodotti postali hanno dalla loro anche l’economicità (non prevedono spese di sottoscrizione, rimborso e gestione). Nel caso dei buoni postali, quindi, il risparmiatore deve fare un bilancio considerando da una parte che si tratta di strumenti semplici da approcciare (i titoli di Stato, ad esempio, prevedono un dossier titoli), a zero costi e con un risultato certo e assicurato dallo Stato, tutto ciò a fronte di considerare, dall’altro lato, che i buoni fruttiferi che una volta davano anche tassi del 10% oggi sono solo un lontano ricordo. Inoltre, sul fronte fiscale i buoni fruttiferi postali sono esenti da imposta di successione, ma prevedono (come quasi tutti gli strumenti finanziari a eccezione delle polizze vita di ramo I, dei fondi pensione e dei fondi sanitari) l’imposta di bollo (lo 0,2% annuo).

Le Poste offrono anche Risparmiodisicuro, un piano di accumulo con cui si possono sottoscrivere a rate, in modo automatico e a partire da importi di 50 euro, i buoni postali ordinari (esistono sia quelli classici cartacei sia i più moderni in versione demateralizzata). Questi strumenti offrono un rendimento lordo annuo fino al 2,5% al ventesimo anno. Per la sottoscrizione del piano di risparmio è necessaria la titolarità di un conto corrente postale o di un libretto di risparmio postale sul quale vengono regolate le operazioni di addebito relative alla sottoscrizione dei buoni. Le Poste propongono anche un piano a rate dedicato ai minori (Piccoli e Buoni). Lo strumento permette, in maniera automatica e continuativa, la sottoscrizione di buoni intestabili a soggetti con un’età compresa tra 0 e 16 anni e mezzo. La rata d’ingresso è pari a 50 euro o multipli e uguale importo è previsto per le rate. L’ultima sarà quella che cade il mese antecedente il compimento dei 16 anni e mezzo del beneficiario e al compimento dei 18 anni l’importo dei buoni sottoscritti, maggiorato degli interessi, sarà automaticamente accreditato sul suo libretto. Oggi questa tipologia di buoni offre fino all’1,5% annuo lordo.
Sempre sul fronte del risparmio, c’è il libretto postale, uno strumento sempre verde che negli ultimi tempi ha però assunto una veste nuova grazie al web. Da un anno, infatti, è anche digitale perché è possibile aprirlo in forma dematerializzata, in alternativa alla tradizionale forma cartacea. L’operatività sul libretto dematerializzato è consentita soltanto tramite la carta libretto (a costo zero e senza canone), una tessera con cui si possono effettuare prelievi di contante negli Atm del circuito Postamat. Il libretto offre un tasso nominale annuo lordo dello 0,01%, in linea, peraltro, con i rendimenti ridotti all’osso dei conti correnti delle banche. Come questi ultimi, inoltre, prevede una ritenuta del 26% sugli interessi e l’imposta di bollo annua di 34,20 euro (sopra la giacenza media annua di 5 mila euro). I costi? Nulli come per i buoni. Poste ha lanciato anche una formula più evoluta del libretto ordinario: lo Smart. È uno strumento tutto digitale: al sottoscrittore sono automaticamente attivati i servizi informativi gratuiti online, previsti anche per la versione ordinaria. Ma in più si può anche richiedere l’attivazione dei servizi dispositivi, per gestire i risparmi online (con il servizio Risparmio Postale Online) e da app dedicata (Risparmio postale), compresa la possibilità di sottoscrivere buoni fruttiferi postali dematerializzati. Anche per la formula Smart non è dovuta alcuna spesa e commissione per l’apertura, la gestione e l’estinzione. Collegata a Smart c’è l’offerta Supersmart; attivandola si ottiene un tasso di interesse annuo lordo dello 0,40% a 360 giorni o dello 0,55% a 540 giorni.

Un altro settore in cui il gruppo guidato da Del Fante è sempre più attivo è quello delle assicurazioni Vita. Le polizze offerte in questo momento da Poste Vita (di cui a luglio scorso lo stesso Del Fante è diventato ad), sono diverse. Postevita Soluzione Equilibrio è una polizza multiramo, ossia il premio investito è ripartito al 50% tra la gestione separata Posta ValorePiù e al 50% sul fondo interno Poste Vita Soluzione Equilibrio gestito da Anima . Il costo percentuale medio annuo si attesta all’1,1% per la gestione separata. Mentre per il fondo interno Soluzione Equilibrio il costo medio annuo è dell’1,43%. Dal punto di vista dei rendimenti della gestione separata, nel 2016 si è attestata al 3,03% e il rendimento minimo riconosciuto agli assicurati si è attestato all’1,93%. La seconda polizza è una unit linked che investe nel fondo Poste Soluzione Flessibile. La commissione di gestione del fondo si attesta all’1,05%, cui va aggiunto il costo della copertura assicurativa per il caso morte (0,1%). Sul fondo interno gravano poi indirettamente le commissioni di gestione applicate dai singoli fondi in cui investe. Per il 2016 il rapporto tra costi complessivi e patrimonio medio si è attestato all’1,75%. Nell’offerta si è anche aggiunto un prodotto Pir compliant, Postevita soluzione Italia, unit linked che investe in un fondo interno bilanciato. La commissione di gestione del fondo si attesta all’1,3% ma va aggiunto il costo della copertura assicurativa per il caso morte (0,1%). Sul fondo interno gravano poi indirettamente le commissioni di gestione applicate dai singoli fondi in cui investe con un massimo dell’1%.

Il gruppo continua anche a puntare sulle gestioni separate. Fino al 30 dicembre è in collocamento Postafuturo Partecipa 2017, una polizza a premio unico con scadenza decennale il cui rendimento è legato alla gestione separata Posta ValorePiù. In più, se l’utile netto di esercizio di Poste Vita è positivo, ogni anno la compagnia riconosce al 10% dei contratti emessi anche una maggiorazione gratuita delle prestazioni assicurate (nei primi sei mesi del 2017 l’utile netto della compagnia vita ha raggiunto ha raggiunto i 234 milioni). Si tratta di una lotteria che, però, entro la scadenza del contratto premia tutti. Infatti ogni anno, fino al 2026 e sempre in caso di risultato positivo, parteciperanno all’estrazione solo i contratti non ancora sorteggiati e comunque, al decimo anno, indipendentemente dal fatto che la compagnia abbia o meno realizzato utili, sarà riconosciuta la maggiorazione a tutte le polizze non estratte.

Un’altra area in cui le Poste puntano a fare concorrenza al mondo del credito è quella dei prestiti personali. Gli importi erogabili vanno da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 60 mila con rimborsi da 22 a 120 mesi con tasso fisso e rata costante per tutta la durata del piano di rimborso. I finanziamenti erogati dal Bancoposta sono concessi da Compass, Findomestic e Deutsche Bank . Sul fronte dei mutui il gruppo ha un accordo con quest’ultimo istituto e ha in promozione fino al 7 dicembre un tasso fisso per l’acquisto della casa che su un importo di 100 mila euro a 20 anni prevede uno spread dello 0,99% e un Irs dell’1,516%.

È invece in piena evoluzione la strategia di Poste nei fondi comuni. Il precedente management del gruppo (Del Fante è in carica dalla scorsa primavera) aveva stretto un’alleanza industriale e societaria con Anima tramite l’ingresso con una quota del 10,3% e la concessione in delega di gestione di alcuni fondi comuni di Banco Posta Fondi Sgr in precedenza seguiti da Pioneer. Fino alla nomina di Del Fante c’erano pochi dubbi sul fatto che Anima sarebbe dovuta diventare la fabbrica prodotto delle Poste, ma ora non è chiara la strada che il nuovo top manager intende prendere nel risparmio gestito. Dove le Poste sono il quarto operatore in Italia con masse per 81 miliardi, dopo Generali , Intesa e Amundi. Nel frattempo continua la proposta di fondi a cedola. Oggi è in collocamento il Cedola Chiara Marzo 2023, che prevede l’erogazione di un provento fisso dell’1,25% nei primi quattro anni e uno variabile al quinto anno. Ma c’è un’avvertenza: l’importo potrebbe non rappresentare il risultato effettivo della gestione del fondo e in questo caso la distribuzione si traduce un rimborso parziale della quota. La commissione di gestione si attesta allo 0,7% e il fondo è gestito da Anima . (riproduzione riservata)
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