di Gabriele Ventura

Con l’assicurazione obbligatoria è cresciuto il contenzioso legato all’attività del professionista. Per questo, diventa sempre più importante avere una polizza che tuteli il professionista in contenziosi che possono valere diversi milioni di euro e durare anche oltre 15 anni. È quanto è emerso, tra l’altro, nel corso del workshop «L’assicurazione obbligatoria dei professionisti: problemi e opportunità», che si è svolto ieri nell’ambito del primo forum dei commercialisti e degli esperti contabili. Al dibattito hanno preso parte Marco Dallevacche, amministratore delegato Aig, e Giorgio Moroni, consigliere di amministrazione e specialty professional services director di Aon. Dallevacche ha sottolineato come «l’obbligatorietà sia una opportunità per le professioni. Una volta le polizze avevano un taglio fisso, con testi equivalenti. Ora invece ritagliamo il prodotto su misura sul singolo professionista, con una maggiore specializzazione sia nella copertura sia nella gestione dei sinistri. La vera differenza si vede poi al momento della liquidazione dei sinistri, con l’assicuratore in grado di rispondere in tempo reale». Secondo Moroni, oggi nelle coperture assicurative di notai, commercialisti e avvocati si è realizzato «un allineamento delle condizioni assicurative verso l’alto. L’obbligo assicurativo per tutte le professioni è una realtà unica in Europa e solo gli assicuratori che hanno una capacità di gestione nel lungo periodo sono equipaggiati per fornire la copertura adeguata per il professionista. La gestione centralizzata dei sinistri, in particolare, consente di governare programmi complessi che coinvolgono centinaia di migliaia di assicurati». «Per i commercialisti», ha spiegato Dallevacche, «la durata media del contenzioso è pari a cinque anni, con richieste in tema di incarichi sindacali superiori a 10 milioni di euro. Per i notai, invece, il contenzioso può durare anche 15-20 anni». Moroni ha infine sottolineato come oggi in Italia i clienti siano protetti dal comportamento negligente del professionista, «ma manca questo stesso livello di protezione in caso di dolo. Uno strumento che, in chiave prospettica, dovrebbe riguardare tutte le professioni, è la costituzione di fondi di garanzia da attivare quando alla polizza non è consentito di operare».

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