Confermato dividendo per 3,4 mld. Sofferenze in calo
di Giacomo Berbenni

Intesa Sanpaolo ha messo a segno conti superiori alle attese del mercato. Nei primi nove mesi dell’anno la banca ha realizzato un utile netto di 5,888 miliardi di euro, che comprende il contributo pubblico di 3,5 mld legato all’acquisizione delle due ex popolari venete. Senza questa posta straordinaria il risultato di periodo è ammontato a 2,469 mld, in miglioramento dai 2,335 dello stesso periodo del 2016.

Il risultato della gestione operativa è diminuito del 2,4% a 6,298 miliardi (+1,5% escludendo gli effetti della svalutazione della valuta egiziana e i dividendi legati alla quota in Bankitalia), mentre i costi operativi sono rimasti stabili a 6,336 mld.

I proventi operativi netti sono scesi dell’1,2% a 12,634 mld, con gli interessi netti in calo del 3,2% a 5,369 mld. Le commissioni nette sono invece cresciute del 6,4% a 5,64 mld.

Il complesso dei crediti deteriorati è ammontato a 27,066 miliardi (-9,1%). La raccolta diretta bancaria è scesa dell’1,6% a 387 miliardi, mentre quella diretta assicurativa e riserve tecniche è migliorata del 4,8% a 150 mld. Il risparmio gestito è cresciuto del 7,1% a 331 mld.

Nel terzo trimestre l’utile netto contabile è stato di 650 milioni. Escludendo il contributo pubblico e l’apporto dell’acquisizione dei rami di attività di Bpvi e Veneto banca, la voce ammonta a 731 milioni, in aumento dai 628 precedenti. Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, il Common Equity ratio è al 13% (12,7% a fine 2016), il Tier1 al 14,9% (13,9%) e il total capital al 17,6% (17%).

Livelli che Ca’ de Sass definisce «su livelli largamente superiori ai requisiti normativi, anche nello scenario avverso dello stress test».

L’a.d. Carlo Messina ha parlato di solida performance, in linea con gli obiettivi di dividendo per il 2017 pari a 3,4 miliardi di euro: «Confermiamo come priorità strategica la remunerazione degli azionisti in maniera consistente e sostenibile, con una distribuzione di 10 miliardi di dividendi nei quattro anni del piano in corso». Intesa Sanpaolo «si conferma una wealth management company di successo: oltre il 50% dell’utile corrente lordo è generato da questa area di attività. Per le commissioni, i primi nove mesi dell’anno sono stati i migliori dalla creazione dell’istituto». L’a.d. ha sottolineato che Intesa è «una delle banche più efficienti in Europa, con un cost-income al 50,2%». Inoltre «la gestione del portafoglio di crediti deteriorati sta producendo risultati rilevanti: la continua riduzione dello stock negli ultimi due anni è stata pari a 11 miliardi di euro, riportando il valore al livello più basso dal 2012. Il flusso dei crediti deteriorati si colloca ai valori minimi dal 2007».

I numeri trimestrali hanno ampiamente battuto le attese. Jefferies ha evidenziato il «solido» bilancio del gruppo, con la qualità dell’attivo che continua a migliorare. Per un altro esperto l’utile ha superato le attese di oltre il 15%.

A Piazza Affari Intesa Sanpaolo è salita dello 0,28% a 2,85 euro, in controtendenza rispetto al settore bancario.

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