RCA

Non si chiama Kitty ma potrebbe essere altrettanto devastante per la RC Auto

Autore: Ernesto Gallarato
ASSINEWS 291 – novembre 2017

 

E se un assicuratore fosse obbligato a modulare la sua tariffa rc auto in base a criteri decisi dalla Commissione Europea?
Esiste incubo più pauroso di questo per le imprese?
L’Europa che, dopo essersi presa il diritto di stabilire il diametro standard delle zucchine, la lunghezza minima delle acciughe, cosa si può chiamare Parmigiano, chi può fare il dentista, da quali semi si può trarre l’olio commestibile… si trasforma in attuario transnazionale e piomba con gli scarponi chiodati nel piatto dei premi assicurativi.

E se, con la stessa ineffabilità, decidesse da un giorno all’altro che un assicurato bulgaro che, dopo aver pagato un premio di 80 euro in Bulgaria, circola in Italia e si ritrova – come è logico che sia – con una Impresa fallita, può scaricare i costi dei danni che ha provocato sull’UCI, cioè su tutti noi?
Senza dare alcun disturbo all’Autorità bulgara che ha allegramente autorizzato quella compagnia ad operare.

O se scoprissimo che un trattore agricolo che sta scaricando del fieno da un carro in un’area così privata che più privata non si può, se fa cadere una scala sulla quale si trova il Signor Mimmo può trascinare in giudizio come risarcitore del suddetto malcapitato l’assicuratore rc auto del trattore? Come faremmo, noi addetti ai lavori, a recuperare il trauma derivante dalla constatazione che neppure il dogma dell’“area privata/area pubblica” è più una certezza granitica? Situazioni che probabilmente lasciano indifferente l’uomo della strada.

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