Solo due contribuenti su 100 sono assicurati contro i danni causati da terremoti e alluvioni, con polizze per lo più abbinate a mutui bancari. Lo sconto fiscale introdotto dal governo per chi si mette al riparo dai rischio delle calamità naturali costerà all’erario 108 milioni di euro di minori entrate nei prossimi cinque anni. Se si tiene conto anche dell’esenzione in arrivo dall’imposta sulle assicurazioni per tali polizze, il costo sale a 170 milioni. Ma la novità potrebbe far risparmiare allo stato somme ben più consistenti, dato che, al verificarsi di eventuali calamità, il rischio di dover sostenere i costi di ripristino sarebbe trasferito almeno in parte sulle compagnie assicurative. Tra soccorsi e riparazioni materiali, nell’ultimo mezzo secolo i disastri naturali sono costati all’erario l’equivalente di «oltre tre miliardi di euro l’anno, ai prezzi di oggi», in relazione ad «almeno dieci terremoti devastanti, dal Belice ad Amatrice». La cifra, già quantificata dal Consiglio nazionale degli ingegneri, è riportata dai servizi studi e bilancio di camera e senato nel dossier relativo alla manovra di bilancio per l’anno 2018.

I tecnici parlamentari prendono in esame la nuova detrazione introdotta dal ddl a favore delle persone fisiche. Con un’integrazione all’articolo 15 del Tuir, viene concessa ai contribuenti la facoltà di scomputare dalla propria Irpef il 19% dei premi pagati per assicurare la propria casa da eventi calamitosi. La novità, valida solo per le polizze stipulate a partire dal 1° gennaio 2018, è limitata alle abitazioni. Tali contratti saranno anche esentati dall’imposta sulle assicurazioni. Come spiegato dal presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, nel corso di un’audizione nell’aprile 2017 l’Italia è attualmente uno dei paesi che non prevedono alcuna «mano pubblica» nella protezione assicurativa contro i rischi di calamità naturali. Tra gli altri ci sono anche Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Cile, dove le polizze di questo tipo sono del tutto volontarie. Altri stati, quali per esempio Francia, Turchia o Nuova Zelanda, rendono invece obbligatorie o semi-obbligatorie per legge le polizze contro i disastri, prevedendo agevolazioni sui premi.

In Francia, paese che presenta un numero di abitanti assimilabile a quello italiano, questa tipologia di polizze ha riscosso nel 2015 premi per 1,6 miliardi di euro. Ben diversa la situazione italiana. Mentre il 35% delle abitazioni è assicurato contro gli incendi, solo il 2,4% dei cittadini ha scelto di attivare anche l’opzione facoltativa su terremoti e alluvioni, prevalentemente nell’ambito delle polizze che le banche richiedono per l’erogazione dei mutui. I premi sulle calamità naturali superano di poco i 20 milioni di euro, ma se la platea si estendesse «a tutti coloro che stipulano polizze per gli incendi», evidenzia il dossier parlamentare, «i premi pagati salirebbero a quasi 400 milioni l’anno». Laddove la copertura integrale riguardasse poi tutte le abitazioni, la spesa diverrebbe di circa 1,2 mld. Grazie alla nuova agevolazione fiscale l’esecutivo stima un incremento di circa 80 mila polizze ogni anno. Ipotizzando un importo medio del premio di 150 euro, il risparmio Irpef pro-capite per i contribuenti assicurati sarebbe di circa 29 euro.

Detrazione giardini e terrazzi. Bonus fiscale per il verde urbano in cerca della bussola sulla cumulabilità. Il ddl bilancio 2018 introduce l’agevolazione per la «sistemazione a verde» sia di aree scoperte private degli edifici, come balconi e giardini, sia per le parti comune esterne dei condomìni. Ma la norma non chiarisce «se le due agevolazioni sono cumulabili da parte dello stesso soggetto». A rilevarlo sono i servizi parlamentari, analizzando il nuovo bonus tributario recato dalla manovra. Lo sgravio si applicherà solo nell’anno 2018 e consiste in una detrazione Irpef pari al 36% delle spese sostenute. Il tetto dei costi agevolabili è fissato a 5 mila euro. Il beneficio può essere richiesto anche per le spese relative alla realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. Il dossier dei tecnici di camera e senato evidenziano che come, «a differenza del bonus mobili, tale agevolazione non è legata ad una ristrutturazione edilizia in corso».

Valerio Stroppa
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