di Anna Messia
Axa non molla l’alleanza con il Monte dei Paschi , che è stata di recente rinnovata fino al 2027. Il gruppo assicurativo francese, ha affermato ieri il ceo dell’Italia, Patrick Cohen, non cambierà strategia anche nell’ipotesi, ritenuta probabile, dell’arrivo di alcuni esponenti del concorrente Generali nel consiglio di amministrazione della banca di Siena. «Siamo in una partnership che vuole essere al servizio della performance futura di Mps e sappiamo che vogliamo giocare il nostro ruolo», ha dichiarato Cohen. Il punto è che in conseguenza del burden sharing su Mps la compagnia assicurativa francese si è vista ridurre la partecipazione nella banca a una quota molto ridotta rispetto al precedente 3% attestandosi ora allo 0,038%, mentre Generali , di converso, è arrivata a possedere il 4,3% della banca senese in seguito alla conversione delle obbligazioni subordinate di Mps che avevano in portafoglio. Il Leone ha già fatto sapere di voler pesare nella governance dell’istituto, lasciando cosi intendere di ambire a dire la sua nel consiglio di amministrazione. Ieri Cohen ha però ribadito che, anche se Generali entrerà nel consiglio, la banca resterà un alleato di riferimento per Axa in Italia, con un rapporto esclusivo, destinato appunto a durare almeno per altri dieci anni. La joint venture Axa Mps «è una storia di sviluppo importante che è stato un successo, e la banca ha dimostrato di saper resistere sul territorio; l’alleanza è strategica, forte e proficua», ha aggiunto Cohen a margine della presentazione della nuova sede di Roma della compagnia, caratterizzata da un’alta percentuale di lavoratori impegnati con lo smart working. Cohen è arrivato alla guida dell’Italia a fine 2016, quando la banca stava attraversando la fase di riassetto più difficile, «ma ora ha recuperato e sta avendo una crescita commerciale molto forte», ha aggiunto. La joint venture con Mps apporta del resto circa 4,7 miliardi di premi ad Axa rispetto ai 6,3 miliardi complessivi del gruppo in Italia. Si tratta quindi di un pilastro portante per il gruppo «una partnership che vogliamo sviluppare insieme» e che farà parte del piano industriale che Cohen presenterà a Parigi a inizio dicembre. «Un piano che punta sia alla crescita dei premi sia all’aumento della redditività in Italia», anticipa a MF-Milano Finanza, e che punterà sulla semplificazione, l’innovazione e la modernizzazione dei processi. «Vogliamo trasformarci da liquidatori di sinistri in partner dei clienti», sottolinea spesso Cohen e la presentazione della nuova sede di Axa a Roma è la dimostrazione del cambiamento culturale in atto. Per ristrutturare completamente il quartier generale, che sarà l’unica sede di Axa nella Capitale, il gruppo ha speso circa 100 milioni con l’idea di reinventare il modo di lavorare, puntando sullo smart working. «Si tratta non solo di una questione estetica, ma è un vero cambiamento culturale incentrato su fiducia e focalizzazione sui risultati», ha spiegato il numero uno in Italia. Il tasso di adesione allo smart working dei 1.538 dipendenti di Axa in Italia continua a crescere. A inizio aprile era il 60% e il 97% dei lavoratori ritiene positiva l’esperienza con un aumento della produttività (per il 76%). Intanto nei giorni scorsi il gruppo guidato da Thomas Buberl ha annunciato una riorganizzazione del gruppo in cinque aree, con un centro aziendale unico: Francia, Europa, Usa, Asia e Internazionale. L’Italia fa capo all’area Europa, che è stata affidata ad Antimo Perretta. Quest’ultimo conosce bene le attività italiane del gruppo avendo avuto la gestione a interim del Paese prima dell’arrivo di Cohen. (riproduzione riservata)
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