Oltre 140 mila soggetti coinvolti e 62 mila coperture
«Ah, se mi avessero applicato correttamente il contratto; almeno avrei potuto beneficiare di una diaria per questa maledetta ingessatura». È lo sfogo di un avvocato di Roma appena scoperto che il trauma subito al ginocchio rientra tra le coperture sanitarie integrative previste dal Piano assistenza professionisti a favore dei titolari di studi professionali. È andata meglio a una commercialista di Padova che, grazie alla professionalità del suo consulente di fiducia, è passata al Contratto collettivo degli studi professionali poche settimane prima che un suo stretto collaboratore venisse colpito da un infortunio che lo ha costretto ad assentarsi dal lavoro di studio per tre settimane; o a un ingegnere di Livorno che non ha dovuto sborsare un centesimo per il ciclo di trattamenti fisioterapici cui si è sottoposto lo scorso settembre dopo un incidente sul cantiere.

Storie di quotidiana realtà vissute negli studi professionali italiani. Ritmi di lavoro frenetici, adempimenti burocratici caduti dall’alto come macigni, lo stress della gestione professionale e organizzativa dello studio… la giornata di un professionista non finisce mai. La sua attività è una missione: sta davanti a tutto il resto, persino alla salute. In un’epoca in cui la parola welfare è sulla bocca di tutti e persino il parlamento ha cominciato a ragionare sulle tutele per i lavoratori autonomi, i liberi professionisti hanno una chance in più. Molti non ci pensano, alcuni fanno finta di niente, tanti altri hanno colto al volo l’opportunità di usufruire automaticamente di una fitta rete di coperture sanitarie integrative, semplicemente applicando il Ccnl degli studi professionali. In questo scenario, si sta affermando velocemente una delle più innovative forme di tutela cucite su misura per i professionisti. Da Bolzano a Palermo, da Torino a Lecce passando per Cagliari, «Gestione professionisti» (nato sotto l’egida di Confprofessioni e sviluppato con il know how di Cadiprof) è diventato, infatti, uno degli ultimi trend setter del welfare dei liberi professionisti. Dai medici agli architetti, dagli avvocati ai commercialisti (fino a tutte le altre professioni) il programma di assistenza sanitaria integrativa dedicato ai datori di lavoro degli studi professionali continua a macinare nuove adesioni. Più di 140 mila professionisti coinvolti e oltre 62 mila coperture assistenziali attivate. «Ogni giorno riceviamo centinaia di chiamate al numero verde da parte di professionisti che ci chiedono informazioni sull’applicazione del contratto e sulle modalità di adesione a Gestione professionisti», commenta il direttore di Cadiprof, Luca De Gregorio. «In molti casi applicano il Ccnl degli studi professionali, ma non conoscono le opportunità a loro riservate. Le coperture sanitarie previste da Gestione professionisti sono attribuite automaticamente, senza versare alcuna somma aggiuntiva rispetto ai contributi mensili dovuti per ciascun lavoratore in base all’art. 13 del Ccnl studi professionali, e spettano al datore di lavoro in regola con i pagamenti previsti dal contratto, con decorrenza dal 1° giorno del 4° mese successivo alla iscrizione dello stesso, e a eventuali altri soci/associati/collaboratori professionisti dello studio sulla base del rapporto tra numero soci e numero lavoratori assunti». Se da un lato continuano a crescere le adesioni, dall’altro si lavora incessantemente per rendere ancora più inclusivo il welfare contrattuale. Su questo fronte, c’è da registrare il pressing di Confprofessioni (parte datoriale del Ccnl degli studi professionali) sul parlamento, che punta a consentire una deducibilità, nel limite di 150 euro annui, dei contributi versati volontariamente dai professionisti e lavoratori autonomi per l’assistenza sanitaria gestita ed erogata da enti bilaterali costituiti nell’ambito dei contratti collettivi. Un sistema mutualistico universale che, oltre a favorire le tutele, garantirebbe un notevole risparmio di costi al Servizio sanitario nazionale.
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