Alla fine di settembre 2016 il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) del mercato vita in Italia (lavoro diretto) è stato pari a € 31,0 mld, in diminuzione del 10,6% rispetto all’analogo periodo del 2015 e del 12,0% rispetto al 2014 ma più che raddoppiato rispetto al 2013.

Tale risultato è determinato dalla diminuzione del volume dei premi, dovuto in gran parte alle polizze di ramo III, che ha annullato il contributo positivo apportato dal decremento dell’onere per sinistri, per effetto di minori importi riscattati o disinvestiti delle polizze di ramo I (cfr. Tab. 1 e Fig. 1).

Analizzando gli andamenti nei singoli trimestri (cfr. Tab. 2 e Allegato 2), nel III trimestre 2016 si registra un flusso netto pari a € 7,0 mld, il più contenuto dal I trimestre 2014, quando gli importi erano superiori ai €10 mld (escludendo l’ultimo trimestre 2015 quando era stato pari a € 9,1 mld), fino a raggiungere i € 14,1 mld nel I trimestre 2016 e diminuire subito dopo a € 9,9 mld nel trimestre successivo.

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A tutto il III trimestre 2016 il volume premi è stato pari a € 77,3 mld, in diminuzione del 10,3% rispetto all’analogo periodo del 2015 e del 6,2% rispetto al 2014 ma superiore alla raccolta osservata nello stesso periodo negli anni ancora precedenti. L’ammontare dei primi nove mesi del 2016 risulta costituito per l’82% da premi unici, in calo del 14,0% rispetto allo stesso periodo del 2015 (cfr. Fig. 1), e per il restante 18% da premi periodici. Quest’ultima quota è costituita per il 5% da premi di prima annualità (+4,2% rispetto al 2015) e per il 13% da premi di annualità successive, in aumento del 15,6%.

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Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – la variazione del volume premi rispetto ai primi nove mesi del 2015 passerebbe da -10,3% a +2,3%. Alla fine di settembre 2016 l’ammontare complessivo delle uscite è stato pari a € 46,2 mld, il 10,0% in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La quota prevalente delle uscite è derivata dai riscatti e dagli altri rimborsi, pari al 64% dei pagamenti complessivi, in diminuzione dell’8,9% rispetto a tutto il III trimestre 2015; le scadenze e le rendite maturate, comprensive della variazione per somme da pagare, sono ammontate al 23% delle uscite totali (-20,6% rispetto al 2015), mentre il restante 13% è costituito dagli importi dei sinistri per decesso e altri eventi attinenti alla vita umana coperti dalle polizze vita, che hanno registrato un aumento del 10,3% rispetto all’anno precedente. Un’analisi più approfondita dei dati evidenzia che l’82% delle imprese, rappresentative del 96% del mercato in termini di premi contabilizzati 2015, ha registrato da inizio anno un flusso netto positivo e che il 40% (per una quota premi pari al 40%) ha ottenuto un risultato migliore della media dell’indice (5,25%) calcolato rapportando il flusso netto totale alla giacenza media delle riserve complessive. Le riserve tecniche vita alla fine di settembre 2016 sono state pari a € 608,1 mld, in aumento dell’1,9% rispetto al trimestre precedente e del 9,2% rispetto all’analogo periodo del 2015, confermando la progressiva crescita degli impegni assunti dagli assicuratori a partire dal secondo semestre del 2012. In particolare, il 74% delle riserve deriva da impegni assunti da polizze di ramo I mentre il 19% è afferente a polizze di ramo III, valori costanti rispetto al trimestre precedente. Analizzando la concentrazione delle riserve tecniche tra le compagnie di assicurazione operanti in Italia a tutto il III trimestre 2016, si osserva che circa la metà dell’intero ammontare è detenuto dalle prime cinque compagnie, mentre se si considerano anche le successive cinque imprese si arriva a sfiorare il 70%. La variazione dello stock delle riserve rispetto alla fine dell’esercizio 2015 è stata pari a € 34,2 mld, 3,2 mld in più rispetto al saldo tecnico del settore vita.

Analisi di dettaglio per ramo

Alla fine di settembre 2016 il ramo I ha registrato un flusso netto positivo e pari a € 24,0 mld, in aumento dell’8,8% rispetto all’analogo periodo del 2015 ma in calo del 25,3% rispetto al 2014, a seguito di saldi netti trimestrali positivi ma progressivamente diminuiti da inizio anno. Il risultato complessivo è dovuto alla raccolta premi del valore di € 56,8 mld, di cui € 46,2 mld unici e € 10,6 mld annui, e alle uscite particolarmente contenute e pari a € 32,8 mld, grazie soprattutto ai minori riscatti (€ 19,5 mld), in significativo calo rispetto a tutto il III trimestre 2015 (cfr. Fig. 2 e Allegato 2).

Alla fine di settembre 2016 i premi contabilizzati di ramo I hanno registrato, per la prima volta da inizio anno, una variazione negativa (-1,7%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, periodo in cui si osservava rispetto al 2014 un calo ancora maggiore e pari al -8,0%; gli oneri sono invece diminuiti dell’8,1% rispetto ai primi nove mesi del 2015, quando invece si registrava un aumento del 16,6% rispetto al 2014. L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo I il 7,3% delle riserve.

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Relativamente al ramo III, la raccolta netta da inizio anno è stata pari a € 6,5 mld, quasi dimezzata rispetto a quella realizzata nell’analogo periodo del 2015; tale risultato è dovuto principalmente al consistente calo (-29,4%) del volume premi rispetto a tutto il III trimestre 2015, per un ammontare pari a € 17,2 mld (superiore tuttavia alla raccolta registrata nell’analogo periodo negli anni 2008-2014), compensato solo in parte dalla diminuzione del 13,7% delle uscite, per un importo pari a € 10,7 mld. L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo III il 9,1% delle riserve. Il ramo V, con una raccolta di premi per € 2,0 mld (il 29,0% in meno rispetto alla fine di settembre 2015), l’importo più basso mai registrato, e con un ammontare di pagamenti di poco superiore (principalmente riscatti e scadenze), in calo del 21,7%, ha registrato nei primi nove mesi del nuovo anno un saldo negativo di € 76 mln, in discreto calo rispetto all’analogo periodo del 2015, quando era positivo e pari a € 157 mln. L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo V il 7,4% delle riserve. Per i rami IV e VI, meno significativi in termini di flussi, si rinvia alla figura seguente e ai dati riportati in Allegato 1.

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L’andamento trimestrale delle riserve tecniche distinte per ramo nel corso dell’anno è influenzato dagli sviluppi del saldo netto tra entrate e uscite sopra descritti. Per i rami principali è possibile valutare approssimativamente quanta variazione sia scaturita da tale saldo e quanta dai rendimenti attribuiti agli assicurati.

Alla fine di settembre 2016 l’ammontare delle riserve tecniche afferente al ramo I è stato pari a € 447,5 mld, il 9,5% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, con una variazione dello stock rispetto alla fine dell’esercizio 2015 di € 28,1 mld, ossia 4,1 mld in più rispetto all’afflusso dei premi al netto dei pagamenti (cfr. Tab. 3). Relativamente al ramo III, invece, a fronte di un flusso netto pari a € 6,5 mld, la variazione delle riserve è stata positiva di € 5,3 mld, per effetto delle perdite registrate dalla gestione finanziaria che hanno portato le riserve tecniche a un ammontare di € 118,5 mld (+10,6% rispetto a tutto il III trimestre 2015). Infine, il ramo V ha raggiunto da inizio anno un ammontare di riserve pari a € 27,5 mld (-0,4% rispetto all’analogo periodo del 2015), in aumento di € 13 mln rispetto alla fine dell’esercizio 2015, nonostante la raccolta netta (premi – uscite) della gestione tecnica del ramo negativa per € 76 mln. Tale risultato risente tuttavia di una riallocazione straordinaria di riserve trasferite dal ramo V ad altri rami.

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Fonte: ANIA