di Anna Messia
Entra nel vivo la valorizzazione del maxi patrimonio immobiliare di Poste Italiane che potrebbe passare per la creazione di un fondo da portare fino a Piazza affari. Quel che è certo è che il gruppo guidato da Francesco Caio nei giorni scorsi ha affidato a Claudio Plazzotta la guida del Progetto Valorizzazione Patrimonio Immobiliare. Il manager, arrivato nel gruppo Poste due anni fa, dopo essersi occupato di importanti investimenti immobiliari di Poste Vita, dovrà ora studiare possibili operazioni finanziarie finalizzate a far fruttare meglio gli 1,7 miliardi di patrimonio immobiliare di cui dispone l’intero gruppo, il più grande in Italia dopo quello della Pubblica amministrazione.

«Il progetto avrà il compito di curare, in coerenza con le strategie definite dal vertice aziendale e il sistema dei poteri e deleghe in atti, le attività di scouting di possibili operazioni finanziarie per la valorizzazione del patrimonio immobiliare», si legge nell’ordine di servizio che ha assegnato l’incarico a Plazzotta, «valutandone, di concerto con le competenti funzioni, la fattibilità operativa ed economica finanziaria e coordinando le successive fasi realizzative». Lo scorso luglio era stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, durante audizioni nelle Commissioni di Camera e Senato, ad anticipare che il gruppo stava effettuando una valutazione dell’ingente patrimonio immobiliare. Operazione che è andata avanti in questi mesi. Ora bisognerà decidere quale strada seguire per dare valore al mattone del gruppo postale. L’idea, che al momento è ancora in fase embrionale, sarebbe di conferire gli immobili in una nuova società, magari portandola anche alla quotazione a Piazza Affari. E c’è chi nei mesi scorsi aveva ipotizzato anche la partecipazione di alcuni enti previdenziali pubblici. Inps e Inail prima di tutto, che avrebbero dovuto apportare alla nuova società parte dei rispettivi portafogli real estate, divenendone di conseguenza azionisti. Ed era stato fatto anche il nome della Cassa Depositi e Prestiti con il ruolo di investitore Tuttavia in Poste, a quanto pare, preferirebbero studiare un piano di valorizzazione immobiliare stand alone.

Si vedrà nei prossimi mesi, anche perché in questo periodo il gruppo è concentrato sull’operazione Pioneer, con la presentazione delle offerte vincolanti la cui consegna è attesa giovedì 10. E anche in questo caso il gruppo postale potrebbe studiare, insieme agli altri partner coinvolti nell’operazione – Anima , Cdp e Aberdeen – alla quotazione della nuova società che nascerà dalla messa a fattor comune delle attività di risparmio gestito e che si troverebbe in borsa attraverso la fusione con Anima . Dall’unione di Anima Sgr, Pioneer e BancoPosta Fondi sgr nascerebbe un colosso del risparmio gestito da 290 miliardi, e il gruppo guidato da Caio ne diventerebbe azionista di maggioranza. Insomma i cantieri aperti nel gruppo, insomma, sono decisamente tanti e intanto c’è da registrare un importante cambio di poltrone avvenuto nei giorni scorsi: il cda di anima Holding (di cui Poste detiene il 10%) ha cooptato il cfo di Poste, Luigi Ferraris, al posto di Antonio Nervi, che ha rassegnato le sue dimissioni a causa dei numerosi impegni assunti nel gruppo. (riproduzione riservata)
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