Generali ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 1,6 miliardi di euro, in calo del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2015. Nel terzo trimestre, invece, l’utile è salito del 6,4%. La raccolta premi è ammontata a 52,1 miliardi di euro, in calo del 2,8%. In particolare, la raccolta Danni è migliorata dell’1,5% a 15,6 miliardi di euro, mentre il comparto Vita è in discesa del 4,5% a 36,5 miliardi, con una raccolta netta di 10,1 miliardi (-7%): ciò a seguito di una politica di gestione attiva del portafoglio finalizzata a incrementarne la profittabilità. La nuova produzione annualizzata è di 3,6 miliardi (-4,8%).

Il risultato operativo è sceso del 5,6% a 3,6 miliardi (-5,6%), con un risultato nel Vita di 2,3 mld (-0,4%) e di 1,5 miliardi nel Danni (-3,6%). Nel terzo trimestre il risultato operativo è cresciuto del 7,3%. Positiva la performance tecnica, con un combined ratio del 92,4%, in miglioramento dello 0,2%. Il roe operativo annualizzato si trova al 12,7%.

La conclusione del direttore generale Alberto Minali è che le prospettive per l’esercizio 2016 sono «buone, stiamo marciando esattamente come da piano», e quindi viene confermata la politica dei dividendi elaborata lo scorso anno, che prevedeva la distribuzione complessiva di 5 miliardi di euro entro il 2018. «Non ci sono novità dal lato dei dividendi che si discostino dal piano», ha detto Minali incontrando gli analisti. «All’Investor Day del 23 novembre si vedrà che nell’andamento del gruppo ci sono prospettive interessanti». Per quanto riguarda l’utile dei nove mesi, «siamo nel consensus di mercato, anzi in alcune situazioni facciamo meglio».

Interpellato sulle indiscrezioni di stampa riguardanti l’ammontare di bond subordinati Mps in mano al Leone, il d.g. ha così risposto: «Non voglio entrare nel merito di singole esposizioni, non mi sento di confermare. Quello che posso dire è che le esposizioni al mondo bancario rappresentano meno dell’1% del totale dei nostri attivi e, di questo meno dell’1%, il 40% è in bond subordinati». Sulle possibili conseguenze legate all’elezione del presidente americano Donald Trump, Minali ha tranquillizzato: il portafoglio di investimenti del gruppo «è pochissimo esposto al mondo americano e gli impieghi in dollari hanno una copertura dal rischio».

Per gli analisti i numeri del periodo gennaio-settembre hanno centrato gli obiettivi. Mediobanca Securities, che sul titolo conferma la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 14,50 euro, sottolinea che i conti sono complessivamente in linea con le stime.

A Piazza Affari Generali è terminata poco sopra la parità (+0,09% a 11,77 euro).

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