di Francesca Gerosa
In 9 mesi il Nav di Exor scende, mentre l’utile sale. La holding di casa Agnelli, a cui fa capo, fra le altre società, Fiat Chrysler Automobiles, archivia i primi nove mesi dell’anno con un utile consolidato in aumento a 844,2 milioni di euro dai 611 milioni dell’analogo periodo dell’esercizio 2015. Merito dell’incremento della quota nel risultato delle partecipate (821,9 milioni).
Ma anche dei maggiori dividendi dalle partecipate (11,4 milioni) e delle altre variazioni nette positive per 3,7 milioni, parzialmente compensati dalle minori plusvalenze sulla cessione di partecipate (565,3 milioni, di cui 521,3 milioni relativi alla cessione di C&W Group), dall’incremento degli oneri finanziari netti e degli oneri non ricorrenti, rispettivamente per 18,3 milioni e 20,2 milioni. Anche nel terzo trimestre l’utile consolidato di Exor è salito a 413,9 milioni (+22,2 milioni).
Invece al 30 settembre il Net asset value (Nav) è risultato pari a 12.073 milioni di dollari e ha evidenziato un decremento di 1.282 milioni (-9,6%) rispetto ai 13.355 milioni di dollari del 2015. Quanto al patrimonio netto consolidato attribuibile ai soci della controllante ha raggiunto quota 10.451,3 milioni di euro, registrando un aumento netto di 312,9 milioni rispetto al dato di fine 2015, pari a 10.138,4 milioni.
Mentre il saldo della posizione finanziaria netta consolidata del Sistema Holdings è stato negativo per 3.512,4 milioni, mostrando una variazione negativa di 4.849,2 milioni rispetto al saldo positivo di 1.336,8 milioni di fine 2015, principalmente per l’esborso sostenuto per l’acquisizione di PartnerRe. A Piazza Affari, dopo i conti, il titolo Exor spunta un progresso dell’1,03% a 37,18 euro, restando sotto il massimo intraday a quota 37,74 euro.
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