Il brand Volkswagen inizia a risentire gli effetti dello scandalo dei sistemi di controllo dei fumi di scarico taroccati. Nei primi 10 mesi ha registrato un calo delle consegne alla clientela del 4,7% a 4.839.600 unità, di cui 490 mila nel solo ottobre (-5,3%).

«Il marchio Volkswagen sta vivendo momenti difficili. Non stiamo affrontando solo le questioni del diesel e della CO2, ma anche situazioni di tensione sui mercati mondiali», ha commentato il responsabile vendite, marketing e servizi post-vendita, Juergen Stackmann. «Gli sviluppi in Brasile e Russia continuano a destare preoccupazione, mentre siamo stati in grado di crescere sul mercato cinese in ottobre».

In Cina, maggior mercato singolo per Vw, il brand ha arginato il rallentamento, mettendo a segno una crescita delle vendite dell’1,8% a ottobre, ma il consuntivo annuo è risultato ancora in flessione del 6,5%. L’Europa ha mostrato invece un calo mensile dell’1,1% e una crescita complessiva del 2,7%. In Nord America la crescita del 3,5% di ottobre è stata anche il frutto dello 0,2% conseguito in Usa, il paese dove è scoppiato lo scandalo del Dieselgate.

Ha chiuso ancora in flessione il Sud America con un -41,8% lo scorso mese e un -27,2% da inizio anno, per effetto del crollo subito in Brasile. In Europa Occidentale, dove le consegne mensili hanno registrato un calo dell’1,3% (+5,5% da inizio anno), «lo stop temporaneo alle vendite dei modelli interessati dalla vicenda del diesel ha avuto un impatto sulle performance commerciali», ha ammesso Stackmann. «L’intera società sta lavorando per riconquistare la fiducia dei nostri clienti sul brand e sui prodotti», ha ribadito il top-manager. «Ci prenderemo cura di ogni singolo cliente coinvolto».

© Riproduzione riservata