Uno dei profili cui guardare con maggiore attenzione per valutare l’efficienza e la trasparenza della gestione finanziaria delle forme pensionistiche complementari è rappresentato dal tasso di rotazione del patrimonio investito (turnover). È l’indicatore che esprime la quota del portafoglio titoli che nel periodo di riferimento (in genere l’anno) è stata ruotata ovvero sostituita con altri titoli o forme di investimento. Così come rimarcato dalla Covip, un eccessivo turnover rappresenta uno dei fattori di inefficienza della gestione finanziaria dei fondi pensione, comportando un aumento dei costi di negoziazione a carico degli aderenti e un’asset allocation strategica non efficiente. Utili indicazioni sono riportate nell’ultima Relazione annuale della Covip. Quali sono le evidenze? Nel 2014 il tasso di rotazione del portafoglio titoli si è attestato in media al 74%, in diminuzione rispetto all’85% dell’anno precedente. Nei fondi pensione si sono registrati valori compresi fra il 70 e il 90% mentre nei Pip di ramo III, ovvero le unit linked, il turnover è risultato circa il 105% e nei Pip di ramo I, per l’elevata duration e l’utilizzo del costo storico per la valorizzazione degli attivi (si tratta di gestione separate), il turnover si è attestato su valori più bassi. L’argomento è da anni all’attenzione della Commissione di Vigilanza che con circolare del 17 febbraio 2012 ha introdotto l’obbligo per le forme pensionistiche complementari di indicare nella nota informativa il turnover di portafoglio calcolato sulla base degli acquisti e delle vendite di strumenti finanziari effettuati nell’anno e del patrimonio medio gestito. Vanno ancora citate le disposizioni Covip sull’attuazione delle politiche di investimento che, in vigore dalla fine del 2012, si propongono di indurre gli operatori ad adottare una corretta strategia degli investimenti, tale da individuare efficienti combinazioni rischio-rendimento, coerenti con i bisogni previdenziali degli aderenti.

I fondi pensione devono quindi redarre un documento circostanziato sugli obiettivi da realizzare nella gestione finanziaria, sui criteri con i quali prevedono di attuarla, sui compiti e le responsabilità dei soggetti coinvolti nelle varie fasi del processo di investimento, sulla modalità con cui intendono gestire il controllo del rischio e la valutazione dei risultati. Ed è previsto anche che deve essere indicato il livello massimo di rotazione annua del patrimonio. (riproduzione riservata)