La crisi dei mercati scoppiata in agosto non li ha colti di sorpresa. Sono i comparti flessibili e bilanciati che hanno retto meglio alle forti turbolenze di agosto E i migliori money manager hanno colto il rimbalzo di ottobre. Ecco di chi si tratta

di Paola Valentini

Gli ultimi mesi hanno messo a dura prova i portafogli degli investitori che hanno dovuto fare i conti con un alto tasso di volatilità come non accadeva da tempo. E nessuna asset class è stata risparmiata. Per esempio le azioni europee, dopo aver avuto un primo semestre brillante, il migliore degli ultimi anni sulla scia dell’avvio del Qe della Bce, nel solo mese di agosto, causa la profonda crisi cinese, hanno perso l’8,6% (l’indice S&P Europe 350 ha avuto il peggior mese dal 2011), annullando i guadagni da inizio anno.

E mentre la volatilità saliva, aumentava anche la correlazione tra i titoli, che si sono mossi allo stesso modo. «Una rara combinazione che ha creato un mercato molto difficile da affrontare per gli investitori», afferma Tim  Edwards, Senior Director, Index Investment Strategy , di S&P Dow Jones Indices.

 

Poi il clima è cambiato drasticamente a ottobre, quando le azioni europee hanno messo a segno il mese migliore da luglio 2009 con un +8,5% per l’indice S&P Europe 350, grazie all’attenuarsi delle preoccupazioni sulla Cina, e soprattutto per le parole del presidente della Bce Mario Draghi che ha lasciato intravedere un possibile ampliamento del Qe a fine anno. Il saliscendi può essere considerato un banco di prova per i fondi flessibili, che lasciano al gestore ampia facoltà di spaziare tra le varie asset class.

D’altra parte i flessibili sono campioni di raccolta in Italia, con flussi che da inizio anno si attestano sui 44,5 miliardi sul totale di 78 miliardi confluiti da gennaio a settembre nei fondi aperti. Ma anche per i fondi bilanciati quello appena trascorso è stato un test rilevante perché grazie a un’asset allocation equilibrata questi comparti sulla carta hanno gli strumenti per affrontare la volatilità di mercato, attutendo le perdite. E dato che il risparmio gestito si propone oggi proprio come un’alternativa ai tassi a zero o sotto zero, proprio per capire come si sono comportati i gestori nella crisi di agosto Mf-Milano Finanza ha chiesto a Morningstar di elaborare una classifica dei fondi flessibili e bilanciati (categorie Assogestioni) a portata di investitore italiano, che hanno perso di meno nel mese di agosto, indicando anche come gli stessi hanno colto il rimbalzo successivo. A partire dallo Stable Return Fund che ha appena festeggiato il decimo anniversario e nell’ultimo anno ha raddoppiato gli asset, saliti oggi a 7 miliardi.

In agosto il comparto ha contenuto le perdite all’1,9% recuperando l’1,9% in ottobre.

Lanciato nel 2005, il fondo ha affrontato e superato la crisi globale del 2008 e la successiva crisi dei debiti sovrani. Mettendo il controllo del rischio al primo posto, il fondo non ha solo limitato le perdite, ma le ha anche recuperate più velocemente di altre soluzioni. Stable Return Fund negli ultimi 5 anni ha registrato una performance del 36,88% con una volatilità annualizzata del 4,1%. «L’obiettivo del fondo è creare un portafoglio che possa generare rendimenti stabili nel tempo. Un portafoglio che si pone simili obiettivi può avere un’esposizione intorno al 40% ad azioni stabili, combinato con titoli del reddito fisso molto sicuri ma comunque redditizi come i Treasury Usa», afferma Asbjorn Trolle Hansen, gestore del fondo di Nordea e responsabile del team multi-asset della società di gestione danese che fa parte della più importante banca scandinava. Dall’analisi Morningstar i bilanciati che hanno reagito meglio alla crisi di agosto sono tre comparti multi-asset della scuderia Azimut , che si differenziano per la quota crescente di azioni: Asset Plus, Asset Power e Asset Timing. In particolare l’Asset Plus, che da agosto ha fatto il +0,6% e a ottobre ha ceduto lo 0,1%, è gestito da Claudio Basso ed è un comparto conservativo dove l’investimento in azioni è normalmente compreso tra lo 0 e 30%, il resto è investito in obbligazioni o liquidità. «A partire da giugno l’esposizione azionaria è stata portata a zero; all’interno della componente obbligazionaria il portafoglio è stato concentrato sui titoli di Stato a brevissimo termine. Tali scelte hanno permesso di preservare il rendimento accumulato nella prima parte dell’anno», spiega Basso.

Tra i bilanciati che hanno registrato una maggiore stabilità di rendimenti c’è anche il Global Conservative Balanced Fund di Jp Morgan Asset Management, uno dei cavalli di battaglia della gamma multi-asset del gruppo, il cui obiettivo è contenere la volatilità dei mercati. «Nell’attuale contesto, Jp Morgan Asset Management punta sulla diversificazione offerta dai fondi bilanciati, guardando alla volatilità non come una minaccia, ma come un’opportunità», ha commentato Lorenzo Alfieri, Country Head per l’Italia di Jp Morgan A.m., «in un lasso di tempo di 10 anni un portafoglio composto al 50% da azioni e al 50% da obbligazioni non ha mai avuto rendimenti negativi negli ultimi 63 anni».

Il fondo di Jp Morgan Am è gestito da James Elliot. In agosto ha ceduto lo 0,4%, ma ha messo a segno un + 1,7% in ottobre e da inizio anno fa il +4,3%. Ha registrato una perdita contenuta all’1,1% e un +1,6% a ottobre il Franklin Diversified Conservative Fund seguito da Francoforte da Matthias Hoppe, portfolio manager di Franklin Templeton Solutions. «Riteniamo che il lungo periodo di volatilità molto bassa che hanno vissuto in generale i mercati si stia avviando a conclusione», spiega Hoppe, «siamo convinti che non si tratti tanto di abilità nel prevedere i tempi del prossimo crollo del mercato, quanto molto più di costruire un portafoglio diversificato nel modo migliore, con investimenti realmente non correlati», avverte Hoppe che con un simile approccio gestisce altri due fondi con profilo rischio e rendimento maggiore (Franklin Diversified Balanced e Franklin Diversified Dynamic).

Tra i flessibili spicca l’Absolute Return European Equity di Pioneer Investments gestito da Fabio Di Giansante. Il comparto, specializzato in azioni europee, ha guadagnato lo 0,9% in agosto e l’1% in ottobre, e da inizio anno fa il +5,5%. «I mercati azionari europei restano su livelli interessanti. In ottica tattica, tenuto conto della presenza di fattori di rischio, riteniamo che soluzioni azionarie a bassa volatilità possano offrire un elevato valore per i risparmiatori», spiega Di Giansante. Punta a guadagnare sulle fluttuazioni dei mercati, mantenendo la volatilità a un livello medio, il comparto Parvest Multi-strategy Medium Vol di Bnp Paribas  Investment Partners che ha chiuso agosto con un +2,25%, ma a ottobre ha avuto una performance piatta. «In ottobre abbiamo incrementato le posizioni in azioni europee aumentando anche l’esposizione short sull’euro», afferma il gestore Olivier Rudez. Dal canto suo Bg Selection Short Strategies della sicav Bg Selection (Banca Generali ) che in agosto ha reso il 4,3% «è una soluzione volta a ottenere un rendimento positivo nelle fasi di mercato ribassiste e realizza una strategia short sui mercati azionari», spiega il gestore Giovanni Stanga. «Sebbene questa sia recentemente diminuita, ci sono fattori in grado di mantenerla a un livello elevato», afferma Raffaele Savi, co-responsabile dello Scientific Active Equity Investment Group di Blackrock che è in classifica con il fondo flessibile Americas Diversified Equity Absolute Return (+1,9% in agosto). Mentre Eric Hermitte, Co-Head of Volatility and Convertible Bonds di Amundi sottolinea che «in agosto, Amundi Funds Absolute Volatility Euro Equities ha registrato la performance mensile più consistente dal maggio del 2010, per effetto della posizione lunga sulla volatilità». (riproduzione riservata)