Dagli attacchi dell’11 settembre a quelli avvenuti in Spagna a marzo 2004 e a Londra nel luglio 2005, le economie industriali hanno dimostrato una capacità di recupero superiore a qualsiasi aspettativa.

Secondo gli economisti esperti in materia, infatti, questo fatto potrebbe dare un po’ di conforto alla Francia, un paese che continua a registrare una debole espansione economica, a poco più di una settimana dal peggior attacco terroristico accaduto in Europa in dieci anni e che ha causato la morte di almeno 129 persone a Parigi.

“Un’economia diversificata come quella francese non avrà conseguenze avverse in seguito ad un attacco terroristico, di qualunque entità,” ha riferito in un’e-mail Todd Sandler, basandosi su una gran quantità di analisi statistiche. Sandler è insegnante all’Università del Texas a Dallas e co-autore di un libro e di documenti riguardanti l’impatto del terrorismo sulle economie.

Una ricerca pubblicata nel 2004 ha rilevato che in 177 incidenti avvenuti tra il 1966 e il 2000, la crescita del prodotto interno lordo pro capite è crollata in media di solo lo 0,048% annuale.

Per quanto riguarda l’11 settembre, un report, realizzato quest’anno con la collaborazione di Sandler dal Fondo Monetario Internazionale, ha stimato a meno dello 0,1% i danni subiti dall’economia degli Stati Uniti.

Secondo gli economisti di JPMorgan Chase & Co., Malcolm Barr e David Mackie, anche l’espansione economica che si è verificata in Spagna nel secondo e terzo trimestre del 2004 è stata leggermente più rapida (3,6%) di quella registrata nei sei mesi precedenti e la fiducia dei consumatori ha continuato a crescere nonostante tutto.

Temporanea flessione della fiducia

Secondo quanto riportato lunedì scorso da Barr e Mackie, nel Regno Unito i consumi privati sono cresciuti del 3,5% durante la seconda metà del 2005 e l’economia si è espansa del 5%, più rapidamente rispetto ai due trimestri precedenti l’attacco terroristico.

Queste casistiche dimostrano che, mentre settori specifici come quello turistico, quello assicurativo e quello dell’aviazione civile hanno subito le conseguenze degli attacchi terroristici e una flessione temporanea della fiducia da parte di famiglie e aziende, spesso gran parte dell’impatto economico è transitoria.

Qualche volta gli investimenti o le spese nei negozi vengono semplicemente ritardati o subiscono delle modifiche.

Per esempio, gli economisti del Goldman Sachs Group Inc hanno riferito in un report che presso i consumatori francesi potrebbe registrarsi un aumento dell’acquisto di forme di intrattenimento a domicilio.

I danni economici spesso vengono recuperati tramite un aumento della spesa pubblica o vengono attutiti da nuovi “stimoli monetari”, come quelli rilasciati dalla Federal Reserve a settembre del 2011.

Quando il prossimo mese si incontreranno i maggiori esponenti della Banca Centrale Europea, c’è una maggior probabilità che la Banca aumenti gli allentamenti quantitativi, ha affermato Simon Derrick, capo della strategia di mercato alla Bank of New York Mellon Corporation.

“I terroristi che vogliono distruggere le economie moderne incontreranno più difficoltà di quelle che immaginano,” ha affermato Adam Klein, collega di Derrick e ospite al Center for a New American Security di Washington.

“Un’economia aperta, interdipendente e fortemente collegata crea punti di vulnerabilità ma apporta un beneficio addirittura maggiore in termini di resilienza.”

Un impatto economico più vasto

Il tipo di attacco che ha avuto luogo a Parigi potrebbe comportare un impatto economico limitato, ha affermato Walter Enders, insegnante di economia al Culverhouse College of Commerce & Business Administration. Enders nei suoi lavori ha anche trattato degli effetti del terrorismo sulle economie.

“Questi attacchi erano rivolti a persone comuni e luoghi specifici, non a simboli iconici come la Torre Eiffel,” ha affermato. “È un tipo diverso di attacco, che non cerca di danneggiare le proprietà o interrompere l’attività economica. Di conseguenza i costi economici non sono così elevati.”

I terribili fatti avvenuti venerdì scorso non sono l’inizio di un impatto economico più vasto.

Secondo la ricerca pubblicata nel 2004, in seguito allo scoppio del terrorismo nei territori baschi in Spagna alla fine degli anni ’60, il prodotto interno lordo pro capite è crollato di circa il 10% in più della norma.

“Gli attacchi sporadici non alterano le tendenze macroeconomiche, ma quelli frequenti, ripetuti nel lungo termine, probabilmente farebbero calare in modo significativo le aspettative dei consumatori e gli investimenti nel settore,” ha affermato Klein. “Un attacco perpetuato con armi di distruzione di massa, o anche un’arma radiologica (o “bomba sporca”), in una grande area urbana, sarebbe un territorio inesplorato e potrebbe alterare fondamentalmente il nostro stile di vita.”

Per il momento, Erik Nielsen, capo economista di UniCredit Bank AG, scommette che la storia sarà destinata a ripetersi.

“È impossibile che questi fattori essenziali cambieranno fino al punto in cui gli attacchi terroristici possano ostacolare il recupero delle economie. I valori equi della nostra società non subiranno alterazioni a causa delle azioni dettate dalla follia di certi individui,” ha continuato Nielsen.

Fonte: Insurance Journal