di Andrea Pira

Il crollo delle borse cinesi quest’estate sta spingendo i vertici di Pechino a ripensare l’intero sistema di vigilanza su banche, assicurazioni e mercati. L’ipotesi che si sta facendo strada è di accorpare gli attuali tre enti di tutela in un’unica super-commissione che potrebbe finire sotto il cappello della People’s Bank of China. Il presidente Xi Jinping per primo, in un discorso dello scorso 3 novembre, ha posto l’accento sulle «contraddizioni» nella regolamentazione dell’industria finanziaria in Cina. Divergenze di approccio e strategia si erano palesate nel corso delle riunioni per tentare di frenare la brusca correzione dei listini di Shanghai e Shenzhen, che avevano ceduto circa il 40% tra giugno e agosto. In questo scenario è emerso il ruolo della banca centrale presieduta da governatore Zhou Xiaochuan, anche per via della politica monetaria di stimolo all’economia caratterizzata dalla decisione di tagliare per sei volte nell’ultimo anno i tassi di interesse e delle manovre sullo yuan. Di contro, perde terreno la China Securities Regulatory Commission, la Consob locale, il cui presidente Xiao Gang è dato da mesi come uscente e il cui vicepresidente è finito questa settimana sotto inchiesta per corruzione. Al momento però non è ancora certa la supervisione della PboC sulla nuova vigilanza unificata che oltre a Csrc includerà China Banking Regulatory Commission (Cbrc) e China Insurance Regulatory Commission (Circ). Ma come scrive il settimanale Caixin, in cima alla lista delle soluzioni da adottare c’è il rafforzamento dei compiti regolatori dell’istituto centrale volti a migliorare la vigilanza sui mercati finanziari. Venerdì scorso ne ha parlato apertamente Yin Zhongqing, vicedirettore della commissione Finanze dell’Assemblea Nazionale del Popolo (Anp), l’organo legislativo cinese che potrebbe cominciare a discutere il piano già nei prossimi mesi. In primavera si riunirà infatti l’assemblea plenaria dell’Anp che tra gli altri temi in agenda affronterà la riforma del sistema finanziario, come previsto dalle linee guida per il piano quinquennale al 2020. L’attuale cornice normativa risale all’inizio degli anni Novanta e dovrà essere rivista sia in prospettiva di un’ulteriore apertura dei mercati e della finanza cinese, sia per l’introduzione di servizi, equiparabili a quelli bancari e assicurativi, ideati da colossi internet come Alibaba e Tencent, allo scopo di modernizzare il settore. (riproduzione riservata)