di Andrea Pira

Con via libera ricevuto ieri alla Camera, il nuovo codice degli appalti va verso una rapida approvazione definitiva. Il disegno di legge delega passato con 343 voti a favore, 78 contrari e 25 gli astenuti, dà attuazione alle direttive europee in materia di contratti di concessione, di appalti pubblici e procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali.

Modificato a Montecitorio, il provvedimento, il cui cuore è il rafforzamento dei poteri dell’autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, tornerà al Senato per un rapido passaggio, considerati i tempi stretti per recepire le norme comunitarie nell’ordinamento italiano. Al riguardo il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio, ha spiegato che entro aprile ci sarà il recepimento e la riforma «diventerà operativa entro l’estate». L’attuazione sarà improntata alla semplificazione. Si farà solo in decreto legislativo e poi con le linee guida e i bandi tipo, emanati assieme all’Anac. «Sarà il primo caso italiano di quella che gli inglesi chiamano soft law, una legislazione molto leggera», ha spiegato. Sulle modifiche il ministro ha messo l’accento sul tema dei lavori assegnati in house dalle concessionarie autostradali . Per chi andrà a gara ci sarà piena libertà di affidare anche il 100% all’in house, in caso contrario dovrà andare in gara almeno l’80% rispetto all’attuale 60%. Sale tuttavia da 12 a 24 mesi il periodo di transizione per adeguarsi alla nuova normativa. Esprime soddisfazione l’onorevole Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente. «Sta per iniziare in Italia una nuova stagione di trasparenza, efficienza, qualità, partecipazione, tempi e regole certi nei lavori pubblici», ha commentato, «mantenendo lo spirito del testo approvato al Senato, nel passaggio alla Camera è stato rafforzato il ruolo di indirizzo del Parlamento con il doppio passaggio per i provvedimenti attuativi». Critiche invece le opposizioni in particolare il Movimento Cinque Stelle. Come ha spiegato l’onorevole Claudia Mannino, l’insoddisfazione pentastellata è dovuta «al fatto che le concessioni autostradali andranno a gara tra 24 mesi». Si temono infatti ulteriori proroghe di una situazione da infrazione europea. I Cinque Stelle, ha aggiunto, sono inoltre critici «sulla piega che ha preso il superamento della legge Obiettivo, su cui ci aspettavamo molto di più». Critiche infine anche sull’Anac: «Non si sa entro quali tempi farà le linee guida e in che termini», lamentano chiedendo maggiore chiarezza e dettagli. (riproduzione riservata)