Il corrispettivo potrebbe essere pagato con una combinazione di cassa e azioni (25% circa) Prevista una componente aggiuntiva, anche consistente, su un orizzonte temporale da definire

di Filippo Buraschi e Luca Gualtieri

Anim rompe gli indugi e muove su Arca sgr con una potenza di fuoco di 700-800 milioni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, alla fine della scorsa settimana anche il gruppo guidato da Marco Carreri avrebbe presentato un’offerta non vincolante per l’asset manager milanese, messo sul mercato da alcune delle principali banche popolari.

La mossa sarebbe arrivata pochi giorni dopo l’uscita allo scoperto della società di investimento americana Atlas Merchant Capital, che ha messo sul piatto 1 miliardo di euro (con una parte fissa pari a 11 volte l’ebitda 2015 stimato). L’offerta non vincolante di Anima  parte invece da una valutazione preliminare del 100% di Arca pari a 700-800 milioni, elaborata in base ai multipli di mercato di società comparabili e alle stime di crescita del gruppo. È inoltre prevista una componente aggiuntiva di prezzo, di ammontare significativo e da corrispondersi su un orizzonte temporale da definirsi congiuntamente. Sempre in base ai dettagli dell’offerta, il pagamento dovrebbe avvenire con una combinazione di cassa e azioni ordinarie Anima , queste ultime per un importo complessivo non inferiore al 25% del corrispettivo totale. A differenza del concorrente Atlas Merchant Capital (che punta al 60%), il gruppo italiano è interessato al 100% di Arca, ma si dichiara disponibile a valutare l’acquisto di una quota inferiore per sviluppare partnership di lungo termine e venire incontro alle specifiche esigenze degli attuali azionisti della società milanese.
Anche perché l’obiettivo industriale dell’operazione è creare un polo nazionale del risparmio gestito «con un posizionamento competitivo e un know-how unici nel settore e con significative prospettive di crescita e creazione di valore per tutti gli stakeholder», spiega l’offerta. Con più di 90 miliardi di euro di masse gestite e una quota di mercato superiore al 9% nel segmento dei fondi comuni, il nuovo gruppo avrebbe una posizione di spicco nel mercato italiano. Anima -Arca potrebbero inoltre contare su una capacità distributiva di tutto rispetto attraverso le reti distributive degli azionisti, oltre un centinaio di accordi commerciali e una presenza significativa sulle reti di promozione finanziaria. Senza dimenticare la partnership industriale decennale con le Poste che allarga ulteriormente il raggio di azione di Anima . Un’eventuale integrazione tra i due gruppi consentirebbe inoltre di ottenere importanti sinergie, di costo ma anche di ricavo, migliorando ulteriormente la capacità di gestione, di supporto commerciale e innovazione di prodotto per i partner e le reti distributive. Per quanto riguarda gli attuali azionisti di Arca, l’intenzione sarebbe stipulare accordi commerciali di lungo termine (20 anni) che consentano al nuovo gruppo un accesso preferenziale alle rispettive reti distributive.

La mossa è perfettamente coerente con la strategia di Anima  e con la volontà di crescere anche attraverso operazioni straordinarie. Il gruppo guidato da Marco Carreri e presieduto da Claudio Bombonato si è infatti candidato da tempo al ruolo di polo aggregante del settore, pur non dedicando particolare attenzione a società di gestione di taglia medio-piccola.

La gara per Arca comunque è appena cominciata e gli operatori del mercato sostengono che non sarà una procedura semplice. Il problema principale potrebbe infatti essere rappresentato dal futuro della rete distributiva di Arca. Il risiko delle banche popolari, atteso per il 2016, potrebbe infatti ridisegnare in profondità questa componente del sistema creditizio italiano, che è poi il fondamentale network commerciale dei prodotti Arca. (riproduzione riservata)