Cosa sono i minibond? Si tratta di obbligazioni di piccolo taglio e di durata non inferiore a 36 mesi emettibili anche da società non quotate in borsa. L’articolo 32 del decreto sviluppo, modificando l’art. 2412 del codice civile, ha fatto sì che anche le società non quotate possano emettere obbligazioni, usufruendo degli stessi benefici fiscali e regimi legali delle società quotate.

Le società non quotate possono ricorrere all’emissione di obbligazioni per finanziare progetti di crescita a lungo termine. I vantaggi di ricorrere ai minibond sono molteplici. Innanzitutto rappresentano una valida alternativa al finanziamento bancario, in un periodo di carenza di liquidità del sistema e permettono di finanziare sia nuovi investimenti produttivi sia il circolante dell’impresa.

Inoltre i minibond incentivano la canalizzazione del risparmio italiano a sostegno del tessuto imprenditoriale e prevedono rendimenti più alti rispetto ai titoli di stato. Possono beneficiare dei minibond le società di capitali, cooperative e mutue assicuratrici non aventi titoli rappresentativi del capitale quotati, con esclusione delle micro-imprese. La condizione essenziale è il ricorso a uno sponsor che sottoscrive e mantiene in portafoglio una quota dell’emissione. Nel caso delle pmi, se l’emissione è assistita da una garanzia per almeno pari al 25% del valore di emissione, come avviene nel caso del ricorso al Fondo di garanzia delle pmi, lo sponsor non è obbligatorio.

© Riproduzione riservata