Il punto di Mauro Masi*

Nella sanità italiana qualcosa sta cambiando. Ad agosto è scattato l’obbligo per i medici di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria contro le responsabilità giuridiche degli atti professionali; sono esclusi dall’obbligo soltanto i medici del Servizio sanitario nazionale, dove l’obbligo vale per le strutture. La norma prevede anche l’istituzione di un Fondo nazionale di un miliardo cui possono accedere i medici che non riescono a coprire i costi di stipula al prezzo richiesto dalla compagnia. Il Fondo «Balduzzi» sarà gestito da Consap e sarà operativo dopo che il provvedimento avrà raccolto i pareri di Conferenza Stato-Regioni e Consiglio di Stato. Intanto il mercato sta proponendo polizze piuttosto costose (con premi fino a 20 mila euro l’anno), ma l’entrata in vigore del Fondo probabilmente contribuirà a equilibrare costi e prestazioni. La strada dell’assicurazione obbligatoria sembra essere la più adeguata contro la piaga della cosiddetta «medicina difensiva»: nel timore cioè di dover rispondere in sede legale, molti medici prescrivono tutto il prescrivibile (farmaci e/o di terapie) per garantire se stessi. Secondo stime attendibili, ciò causerebbe 10-12 miliardi l’anno di danni al bilancio pubblico, una cifra enorme che tende ad aumentare. Il meccanismo assicurativo pubblico può costituire una risposta concreta a questo fenomeno, in base al quale aumentano le azioni giudiziarie, aumentano i risarcimenti e gli assicuratori «fuggono» dal mercato lasciando senza coperture strutture, medici e pazienti. È il fenomeno della «selezione avversa», che si manifesta quando il mercato rende conveniente assicurarsi solo a coloro che appartengono a classi di rischio molto elevate, con la conseguenza che nei casi estremi verranno meno le condizioni di profittabilità per l’assicuratore e il mercato sparirà. Tutto ciò non fa che pesare in maniera indiscriminata sulla fiscalità generale, che deve sostenere gli extra-costi delle strutture sanitarie pubbliche. (riproduzione riservata)

*delegato italiano alla Proprietà Intellettuale