Si mette in luce la raccolta di Eurizon Capital, il polo di gestione del risparmio del gruppo Intesa Sanpaolo (cui fanno capo Eurizon Capital Sgr, Eurizon Capital Sa ed Epsilon Sgr), primo in Italia quanto a patrimonio gestito nei fondi aperti (96,8 miliardi a fine settembre, a fronte dei 655 miliardi totali di tutto il mercato). 
Nei nove mesi del 2014, in base ai dati Assogestioni, i fondi aperti hanno registrato una raccolta netta di 67,6 miliardi. E, analizzando i numeri, si scopre che in questo boom (è il dato più elevato dal 1999) ha giocato un ruolo rilevante proprio Eurizon Capital. Che da gennaio a settembre ha avuto una raccolta netta negli aperti di 10,98 miliardi. Segue il gruppo Generali con 10,87 miliardi (una parte dei fondi di diritto estero è sottoscritto da investitori residenti in Francia e Germania e sono stati inclusi in quanto gestiti dalla sgr italiana) e Pioneer (8,5 miliardi). La raccolta netta di Eurizon Capital ha avuto una tendenza in costante crescita: 5,8 miliardi nel 2013 e 2,1 miliardi nel 2012, mentre nel 2011 e nel 2010 e nel 2009 i flussi negli aperti erano stati negativi (rispettivamente per 5,6 miliardi e 3,2 miliardi e 3,3 miliardi) per non parlare del terribile 2008 per i mercati finanziari quando il rosso della raccolta aveva raggiunto il picco dei 30 miliardi in un industria dei fondi che in quell’anno aveva perso 143 miliardi. Ma oggi la situazione appare diversa con la prospettiva di tassi bassi, la riscoperta da parte delle banche del risparmio gestito (un business che permette agli istituti di compensare il calo dei margini dell’attività tradizionale) oltre alle minori pressioni per collocare bond grazie al sostegno di liquidità della Bce. «Abbiamo una storia di oltre 30 anni e da noi operano team che lavorano insieme da oltre 15 anni», sottolinea Alessandro Varaldo, direttore commerciale di Eurizon Capital. A far la parte del leone nella raccolta di Eurizon Capital sono i fondi flessibili. Che nei nove mesi hanno ottenuto 14,6 miliardi, poco meno della metà della raccolta totale di questa categoria (34,2 miliardi). «Per noi il patrimonio dei fondi flessibili è del 44%, rispetto al 21% del totale dell’industria», spiega Varaldo. In questi ultimi due anni e mezzo Eurizon Capital ha puntato molto sui flessibili con la cedola e un orizzonte definito, solitamente attorno ai 4-5 anni. Comparti studiati per accogliere i risparmiatori italiani da sempre abituati al flusso cedolare dei titoli di Stato. I tassi via via in discesa di questi ultimi anni hanno spinto molte società di gestione a lanciare prodotti simili per funzionamento a un Btp. «Pensiamo di proseguire su questa strada, con prodotti che offrono un’ampia diversificazione, visto che i tassi restano molto bassi, in questo contesto», prosegue Varaldo, «è necessario potenziare i motori della performance per avere cedole più significative e noi abbiamo la fortuna di avere in casa strutture di eccellenza come la direzione investimenti di Eurizon Capital ed Epsilon sgr specializzata negli investimenti quantitativi». Arricchita anche la gamma di gestioni patrimoniali retail, «in cui siamo leader con una quota superiore al 30%. Le nuove linee sono multimanager, inoltre», prosegue Varaldo, «consentono un’efficiente ottimizzazione fiscale», spiega Varaldo. Intanto Eurizon Capital sta potenziando la struttura e le attività dedicate ai promotori finanziari e private banker di gruppo (Intesa Sanpaolo private banking, Fideuram e Sanpaolo invest).