Di Roberta Castellarin e Paola Valentini

 

«Il piano? Non è certo una passeggiata ma prima o poi li raggiungiamo quelli di Banca Generali». La battuta di un private banker di Azimut arriva all’indomani del nuovo business plan del gruppo guidato da Pietro Giuliani che si è posto come obiettivo per il 2019 un raddoppio delle masse a 50 miliardi di euro e dell’utile netto a 300 milioni (dai 160 milioni attesi quest’anno). 
A fine settembre entrambe le società hanno toccato il massimo storico di masse: Azimut 28,9 miliardi, +31% rispetto a settembre 2013 (con un utile netto a 123,8 milioni, +11%), Banca Generali33,6 miliardi, +19% (utile netto a 132,4 milioni, +26%). Quest’ultima ha chiuso i nove mesi con la raccolta netta più alta di tutte le reti (3,1 miliardi), seguita da Banca Mediolanum (3 miliardi), mentre Azimut è terza con 2,7 miliardi e Finecobank quarta con 2,5 miliardi (dati Assoreti). Considerando l’acquisizione del ramo d’azienda dal Credit Suisse relativo alla clientela affluent e upper affluent consolidata dal 1° novembre 2014 con masse per 1,9 miliardi, il patrimonio di Banca Generali sale oggi a oltre 35,5 miliardi, a fronte dei 29,3 miliardi ai quali Azimut è arrivata a fine ottobre. E ora si attende il varo dell’operazione di emersione di capitali, la voluntary disclosure. Nel frattempo «non nascondo che l’andamento degli stress test con la crisi di alcune banche si stanno favorendo», ha spiegato l’ad di Banca Generali Piermario Motta. 
E gli analisti, che hanno promosso Banca Generali dopo i conti, guardano adesso al rendimento del dividendo che si attesta attorno al 5% rispetto al 2,5% del Btp a 10 anni. Il target di Citi è 25 euro con giudizio buy. Main First dà rating outperform e target price a 26 euro. Il prezzo obiettivo di Icbpi è 24,8 euro (buy), quello di Kepler (buy) di 26,9 euro. Gli analisti di Citi, in particolare, apprezzano la nuova piattaforma di advisory per assicurare la crescita di lungo termine della raccolta. Il target di Equita invece è di 22,6 euro con giudizio hold.

Se Banca Generali punta sui reclutamenti per intercettare il risparmio degli italiani che per la maggior parte è ancora in mano alle banche tradizionali, la strategia di Azimut si focalizza anche sulla crescita internazionale. Negli ultimi tre anni il gruppo presieduto da Giuliani ha siglato una decina di joint-venture in mercati in crescita in Asia, Europa e America. «L’obiettivo dei 50 miliardi implica una raccolta netta media di 2-2,5 miliardi per anno, circa 5 miliardi di effetto performance e circa 5 miliardi provenienti dalla crescita esterna», sottolinea Banca Akros. 
Che valuta il piano «ambizioso, ma realizzabile anche se l’orizzonte temporale è troppo lungo». Anche per Kepler, che prevedeva un target di patrimonio di 42 miliardi al 2019, il business plan è realistico ma presenta obiettivi di performance sfidanti. «La raccolta netta annuale media di 2-2,5 miliardi è in linea con le nostre attese, mentre per quanto riguarda la crescita esterna, che Azimut stima porterà 5 miliardi, non abbiamo fatto previsioni, e sul fronte della performance annuale (dei portafogli, ndr) stimata nel 2,5% ci sembra aggressiva considerando anche l’asset allocation che per il 78% è nel reddito fisso», sottolinea Kepler che ha ridotto il target price a 20 euro da 21,8 con giudizio hold. «Il gruppo ha registrato buoni flussi di raccolta, in linea comunque con i concorrenti se si escludono le acquisizioni, ma noi lo consideriamo il più esposto a registrare una discesa dei margini per la dipendenza dalle commissioni di performance e costi in aumento», spiega Kepler. Anche Equita (hold), che ha ipotesi più caute sui costi (+2%) e sugli oneri finanziari per il 2015, ha tagliato il target (da 20,6 a 19,6 euro). Al coro degli analisti che definiscono il piano di Azimut ambizioso, ma non fuori portata, si unisce Deutsche Bank che dà un buy e target a 25,1 euro. Buy anche da Banca Imi (26,45 euro).

Dal canto suo Finecobank ha raggiunto masse per 48,2 miliardi, +14% rispetto a settembre 2013, e un utile netto a 109 milioni (+37,6%). «Il modello di Fineco che combina un’efficiente piattaforma di brokeragggio con la consulenza dei pf ci permette di catturare due macro trend del mercato italiano, ovvero la crescita, oggi pari al 12%, del tasso risparmio delle famiglie, sopra la media Ue nonostante le difficoltà dell’economia, con una ricchezza finanziaria arrivata a 4 mila miliardi e», spiega Alessandro Foti, ad di Finecobank, «la sempre maggiore digitalizzazione della società italiana». Quanto al dividendo, «sicuramente lo distribuiremo perché la nostra banca cresce molto bene grazie a un modello che assorbe poco capitale». (riproduzione riservata)