di Anna Messia

Generali è pronta a pagare ai suoi azionisti un dividendo più ricco. E non si tratterà di un’operazione spot, ma di una crescita che sarà costante nel tempo, ha assicurato ieri il cfo del gruppo, Alberto Minali, presentando il bilancio della compagnia nei nove mesi del 2014. 

Dopo che le strategie messe in atto dal nuovo group ceo, Mario Greco, hanno consentito di migliorare la posizione di capitale e la redditività del gruppo, a questo punto «si può rimuovere il limite del 40% del pay out fissato precedentemente», ha aggiunto il cfo, che non ha però fornito ulteriori indicazioni su quale sarà la nuova politica dei dividendi. Qualche dettaglio in più potrebbe arrivare dall’investor day che Generali terrà a Londra il prossimo 19 novembre, anche se sembra più probabile che bisognerà attendere il 2015. Quel che è certo è che «i numeri vanno nella direzione di consentirci di pagare un dividendo migliore in modo stabile, e non distribuiremo riserve o capitale, ma profitti», ha aggiunto Minali, sottolineando che «gli azionisti sono stati pazienti negli anni passati». Per la fine del 2014 le previsioni sono di un utile operativo in crescita rispetto all’anno precedente, come del resto già avvenuto nei primi nove mesi. Mentre infatti il gruppo ha chiuso i nove mesi del 2014 con un utile netto di 1,6 miliardi, in linea con lo stesso periodo dello scorso anno e con le previsioni degli analisti, l’utile operativo ha registrato un incremento del 12,8%, a 3,7 miliardi. 
Sul risultato netto ha influito in particolare la dismissione di Bsi (la Banca svizzera Italiana ceduta al Banco Btg Pactual per un controvalore complessivo di 1,5 miliardi di franchi svizzeri) che nel primo semestre ha generato un impatto negativo di 113 milioni. Un’operazione che tra l’altro è ancora aperta visto che nei prossimi mesi bisognerà definire l’entità della multa che verrà inflitta a causa dell’evasione fiscale dei suoi clienti americani. «Abbiamo inviato tutti i documenti al dipartimento di Giustizia americano, ha detto Minali, aggiungendo che attende la conclusione nel primo trimestre 2015. Tornando ai risultati dei nove mesi, secondo Minali, si tratta di un bilancio che «mostra come la performance operativa e la solidità patrimoniale del gruppo continuino a migliorare nonostante lo scenario di mercato avverso», aggiungendo che riflettono le strategie messe in atto per orientare l’offerta verso prodotti a maggior valore aggiunto».

Strategie che hanno avuto effetti positivi in particolare nel ramo Vita, dove il risultato operativo è salito dell’11%, a 2,3 miliardi, grazie alla riduzione dei prodotti garantiti e alla maggior distribuzione di unit linked, non solo da parte degli agenti Generali ma anche dei promotori finanziari di Banca Generali. Proprio per ampliare l’offerta di prodotti Greco, qualche settimana fa, aveva parlato di una partnership per creare una nuova piattaforma, e tra qualche giorno, a Londra, sarà pronto per annunciare l’accordo.

Anche nel ramo Danni il risultato operativo è salito dell’11,8%, a 1,5 miliardi, con il combined ratio sceso di 1,4 punti, al 93,6%. Particolarmente bene è andata in Italia, con il combined ratio, arrivato all’89,1 dal 91,6% di un anno prima. Sull’Italia le Generali «hanno smesso di perdere contratti e adesso stanno guadagnando quote di mercato», ha aggiunto Minali, che ha spiegato anche le motivazioni che ieri hanno spinto Generali a lanciare un’offerta di riacquisto su tre serie di titoli ibridi in circolazione. Si tratta, in particolare, di due titoli denominati in euro del valore nominale rispettivamente di 1,275 e 1,250 miliardi di euro, e uno da 700 milioni di sterline. L’obiettivo è «ridurre il costo per interessi nei prossimi anni e ottimizzare la struttura del patrimonio di vigilanza», ha concluso. (riproduzione riservata)