di Anna Messia

I siti che mettono a confronto le polizze assicurative si stanno facendo strada tra gli automobilisti italiani desiderosi di risparmiare sulla copertura Rc Auto. Ma questi operatori ieri sono finiti nel mirino dell’Ivass, l’authority di controllo sulle assicurazioni, che ha rilevato più di qualche problema nella loro attività, come informazioni poco trasparenti fornite agli utenti della rete e rischi di conflitti d’interesse. 
Oltre al fatto che secondo l’autorità presieduta da Salvatore Rossi i modelli di comparazione sono basati per lo più sul prezzo, senza tenere conto delle altre caratteristiche delle polizze, come l’esistenza della franchigia o il limite massimo di copertura. Nell’indagine realizzata dall’Ivass ci sono tutti i sei comparatori esistenti in Italia. Un mercato che sembra far gola anche a società estere: chiarezza.it (fa capo alla francese Chiarezza Sas), comparameglio.it (marchio dell’inglese Daina Finance ltd), facile.it (rilevato fondo di private equity inglese Oakley Capital). Poi ci sono segugio.it (cercassicurazioni.it srl), 6sicuro.it (la cui quota di maggioranza è dell’imprenditore e manager Edoardo Loewenthal), e supermoney.it (Iamb srl). L’Ivass ha svolto l’indagine sul campo, con incontri e richieste di informazioni agli operatori ma anche con funzionari che si sono finti cittadini interessati all’acquisto di una polizza Rc Auto. La conclusione è stata che i siti di comparazione rappresentano «uno strumento che, se ben orientato, può produrre significativi vantaggi per i consumatori e per la concorrenzialità del mercato», si legge nel documento Ivass. Ma servono interventi urgenti, e l’authority ha chiesto agli operatori di allinearsi in appena due mesi, entro il 31 gennaio dell’anno prossimo. Nove correttivi «volti a superare le criticità rilevate». Come per esempio indicare nella home page del comparatore «l’elenco delle assicurazioni o degli intermediari con cui sussistono accordi di partnership» oltre a dover specificare che il servizio di comparazione offerto è soggetto a remunerazione da parte delle imprese assicurative; per ciascuna polizza dovranno poi essere indicate le provvigioni corrisposte dall’impresa in caso di conclusione del contratto e bisognerà specificare anche la quota di mercato comparata, garantendo allo stesso tempo che il numero di imprese pubblicizzate ai fini del confronto sul sito corrisponda a quello delle imprese effettivamente comparate. Secondo le rilevazioni Ivass delle 68 imprese, italiane ed estere, operanti in Italia nel ramo Rc Auto i siti comparano solo sei compagnie dirette. Anzi, emerge un altro fenomeno. La distribuzione tramite aggregatori sta diventando il modo più frequente per le compagnie web di reperire clienti. Ma per quel portafoglio le assicurazioni pagano commissioni ai siti di comparazione, allontanandosi da un modello di vendita diretta, privo di costi di intermediazione. (riproduzione riservata)