È trascorso quasi un anno dall’inizio del processo al tribunale di Torino sulla passata gestione di Fondiaria-Sai e solo ieri il dibattimento è stato dichiarato aperto. Era il 4 dicembre 2013 quando si è tenuta la prima udienza e ieri mattina i giudici hanno concluso la fase preliminare: 11 mesi spesi in eccezioni sulla competenza territoriale, ammissione delle parti civili (oltre 2mila), la citazione del responsabile civile e la riunificazione dei diversi filoni di indagine. Il processo attualmente vede imputati Salvatore e Jonella Ligresti, rispettivamente ex presidente onorario ed ex presidente di Fonsai, i due ex amministratori delegati (uno predecessore dell’altro), Fausto Marchionni ed Emanuele Erbetta, e l’ex vicepresidente Antonio Talarico, tutti accusati di manipolazione del mercato e falso in bilancio per l’anno 2010, oltre ai due revisori Riccardo Ottaviani e Ambrogio Virgilio della Reconta Ernst & Young, accusati di concorso in falso in bilancio. Il 4 dicembre 2013 gli imputati erano solamente Salvatore Ligresti, Marchionni, Erbetta e Talarico. All’epoca, la figlia dell’ingegnere di Paternò aveva trovato un accordo con la procura di Torino per patteggiare e uscire dal procedimento, tuttavia, la sua richiesta è stata respinta il 28 gennaio 2014 dal Gip di Torino Sandra Recchione, la quale ha ritenuto una pena a tre anni e quattro mesi con una multa da 30mila euro ‘non congrua’. Per Jonella Ligresti è stato così disposto nuovamente il giudizio con rito immediato (saltando l’udienza preliminare), come era stato fatto per gli altri quattro imputati, tutti raggiunti il 17 luglio 2013 da una ordinanza di custodia cautelare, e il suo procedimento è stato riunito a quello in aula dal 4 dicembre 2013 l’8 maggio di quest’anno. Nel frattempo, Giulia Ligresti, altra figlia di Salvatore aveva già patteggiato una pena a due anni e otto mesi, nel settembre 2013, uscendo prima di tutti dalla vicenda. Mentre nel processo principale si dibatteva sulla competenza territoriale, con le difese che chiedevano il trasferimento a Milano o Firenze e il tribunale di Torino che ribadiva la propria, i pm Marco Gianoglio e Vittorio Nessi, titolari dell’inchiesta, avevano fatto richiesta di rinvio a giudizio con rito ordinario per Paolo Ligresti, terzo figlio dell’ingegnere di Paterno’, ed ex manager, sindaci, revisori e attuari di Fondiaria-Sai, oltre la stessa società, indagata in virtù della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Di fronte a una questione di competenza territoriale, in questo caso il Gup di Torino Paola Boemio, il 18 marzo 2014, ha ritenuto di trasferire a Milano le posizioni di Paolo Ligresti, dell’ex dirigente Pier Giorgio Bedogni, dell’attuario Fulvio Gismondi, accusati di manipolazione del mercato e concorso in falso in bilancio, e della società Fonsai. Gli atti a loro relativi sono stati trasmessi al pm di Milano Luigi Orsi che ancora non ha deciso se procedere con una nuova richiesta di rinvio a giudizio nei loro confronti. Gli altri indagati in questo filone, tutti accusati di concorso in falso in bilancio, hanno seguito strade diverse. I tre membri del collegio sindacale, in carica all’approvazione del bilancio 2010 di Fonsai, hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato. Per loro la procura di Torino aveva chiesto una condanna a due anni e otto mesi di reclusione ciascuno. Il 10 novembre scorso il tribunale di Torino ha emesso la prima sentenza nel quadro dei procedimenti sulla passata gestione di Fonsai (escluso il patteggiamento di Giulia Ligresti) e ha assolto dall’accusa Benito Giovanni Marino, Marco Spadacini e Antonio D’Ambrosio. I due revisori della Reconta Ernst & Young, invece, hanno scelto il rito ordinario e – dopo il rinvio a giudizio – le loro posizioni sono state riunificate a quelle del processo principale che, dopo quasi un anno, è arrivato alla fase dibattimentale.
Fonte: Radiocor