di Andrea Di Biase

Mina rating sulle Generali alla vigilia dell’investor day, l’appuntamento con la comunità finanziaria a Londra nel corso della quale il group ceo, Mario Greco, farà il punto sulle mosse del Leone a poco più di dieci mesi dal precedente appuntamento nella City e a neanche un anno e mezzo dal suo arrivo al vertice della compagnia.

A rovinare la festa è stata la decisione di Standard & Poor’s di mettere il rating A- del gruppo triestino sotto osservazione per un possibile taglio al livello dell’Italia, BBB, se la compagnia non supererà gli stress test avviati dall’agenzia per simulare il default del Paese sul quale la società è molto esposta. Generali ha infatti in portafoglio circa 60 miliardi di Btp e altri titoli di Stato italiani. «Se Generali non supera i nostri stress test legati a un possibile default del Paese, probabilmente limiteremo il rating del gruppo al livello del rating dell’Italia», hanno sottolineato gli analisti di S&P.

 

La decisione dell’agenzia di rating ha suscitato la reazione del senatore del Pd Massimo Mucchetti, che ha parlato di «una manovra gravissima, perché ingiustificata, non solo contro la prima compagnia assicurativa del Paese, ma anche e soprattutto contro la Repubblica italiana». Secondo Mucchetti, che è presidente della Commissione Industria, competente anche per la materia assicurativa, «l’iniziativa di S&P ricorda in versione aggravata quella della Deutsche Bank che, nella primavera del 2011, vendette su larga scala i titoli di Stato italiani, dando avvio alla speculazione contro le economie mediterranee». D’altra parte una comunicazione congiunta di Consob, Bankitalia, Ivass e Covip lo scorso luglio aveva segnalato che in caso di declassamento del rating di una società emittente gli investitori istituzionali non sono automaticamente tenuti a vendere i titoli declassati nei loro portafogli. Ma certo la scure di S&P rischia di penalizzareGenerali. Anche di questo parlerà oggi Greco a Londra. Il manager ha avviato nei mesi scorsi un’ampia riorganizzazione annunciando l’intenzione di focalizzarsi sulle attività assicurative cedendo quelle non strategiche per 4 miliardi entro il 2015. La valorizzazione degli asset non core ha raggiunto ad oggi i 2,4 miliardi di euro di controvalore. Ora mancano 1,6 miliardi circa di cessioni al target di 4 miliardi e il dossier più importante resta quello relativo a Bsi. Il mercato di recente ha iniziato a ragionare sull’idea che Generali valuti soluzioni alternative, ma presentando i risultati dei nove mesi Greco ha ribadito l’obiettivo di valorizzarla, seppur a fronte di valutazioni adeguate. (riproduzione riservata)