di Anna Messia 

Solvency II partirà tra poco più di due anni, il 1° gennaio 2016. L’accordo è stato raggiunto in extremis; a un certo punto il rischio di non trovare una soluzione si era fatto più che concreto e c’era il pericolo di buttare all’aria anni di lavoro.

Gli interessi in gioco del resto erano numerosi e ogni Paese ha tentato fino alla fine di tutelare le proprie imprese assicurative per renderle più forti nella competizione europea. Un tira-e-molla che ha messo a dura prova l’avvio di nuove regole europee di solvibilità per le compagnie ma, proprio quando tutto sembrava essere più difficile, a sorpresa si è trovato l’accordo con l’approvazione della direttiva Omnibus II. Risultato: Solvency II partirà per tutti il primo gennaio 2016. «L’Eiopa (che raccoglie le Ivass di tutta Europa, ndr) accoglie con favore l’accordo delle tre autorità europee (Consiglio, Parlamento e Commissione Ue, ndr)», ha detto ieri il presidente Eiopa Gabriel Bernardino. «Era da molto tempo che si attendeva la direttiva Omnibus II e un’indicazione chiara sulla tempistica dell’avvio di Solvency II. Si tratta di un segnale importante per il rafforzamento di una supervisione assicurativa europea». Del resto è innegabile che Solvency II consentirà all’autorità di controllo europea di lavorare per aumentare la convergenza delle imprese assicurative europee. C’era bisogno in particolare di uniformare le regole del mercato assicurativo europeo, mentre oggi ogni Paese può declinare diversamente Solvency I, creando disparità tra i mercati.

Lo scontro si era acceso però quando si è tentato di stabilire gli strumenti da adottare per ridurre gli effetti della volatilità dei mercati sulle compagnie. Tutti sono stati subito d’accordo sulla necessità di evitare effetti prociclici, che avrebbero potuto indebolire le imprese, richiedendo più capitale proprio nei momenti di crisi più profonda. Ma i dettagli hanno fatto la differenza. Nel caso italiano l’esempio da manuale era la tensione sui titoli di Stato in concomitanza con l’impennata dello spread nell’estate 2011. Mentre la Germania, alle prese con rendimenti garantiti elevati sulle sue polizze Vita e tassi d’interesse bassi, aveva problemi diversi. Alla fine si è trovato però un compromesso. Il testo definitivo della direttiva non è ancora disponibile ma, secondo quanto si è saputo ieri, il tasso di aggiustamento della volatilità è stato fissato al 65%, non molto lontano da quello richiesto dalle imprese assicurative. Gli Stati al loro interno potranno poi ridurre la soglia per le singole compagnie, ma dovranno dimostrare che si tratta di circostanze eccezionali. Anche la Germania però ha in qualche modo vinto: ha incassato la sterilizzazione delle nuove regole per i vecchi contratti Vita addirittura per i prossimi 16 anni. L’implementazione, come detto, varrà per tutti dal 1° gennaio 2016, ma la data di recepimento nella legislazione nazionale è stata posticipata da gennaio a marzo 2015. (riproduzione riservata)