di Ignazio Marino  

 

Ok alla riforma previdenziale dei ragionieri, che in futuro pagheranno contributi più cari e andranno in pensione più tardi. I ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia) hanno infatti comunicato ieri all’ente guidato da Paolo Saltarelli di aver dato il via libera definitivo alle misure.

Dunque da quest’anno l’aliquota soggettiva minima da pagare sui redditi professionali sale dall’8 al 10% e crescerà di un punto percentuale fino al 2018 quando si stabilizzerà al 15%.

Mentre per accedere alla pensione di vecchiaia non basteranno più 65 anni ma ce ne vorranno 68 e almeno 40 anni di contribuzione effettiva. Ancora, per chi è già in pensione nel triennio 2014-2016 scatterà il contributo di solidarietà (dall’1 al 5%).Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale si concluderà quindi una vicenda che va avanti da oltre un anno. La legge Fornero 214/2011, chiedendo a tutti gli istituti pensionistici di garantire una sostenibilità a 50 anni, ha imposto delle riforme incisive a quelle casse di vecchia generazione da approvare entro il 30 settembre 2012. Un primo appuntamento mancato, però, per cassa ragionieri. L’assemblea delegati riunita a ridosso della scadenza aveva infatti bocciato gli interventi proposti dal Cda dell’ente. Per poi approvarli, in seconda battuta, a novembre. Da lì ha poi avuto inizio un lungo confronto fra la cassa e i ministeri. «Gli uffici tecnici ministeriali avevano sollevato una serie di rilievi sulla prima stesura del testo. Con le delibere del 28 febbraio 2013 e del 9 settembre 2013», spiega Saltarelli, «la Cassa è riuscita a recepire pressoché integralmente tutte le indicazioni ministeriali e finalmente è arrivata l’approvazione. Si tratta di una riforma «dura» che prevede un aumento dei contributi e una contrazione dei trattamenti pensionistici, ‘medicina amara’ ma necessaria a garantire la solvibilità dell’ente nel tempo e le pensioni alle nuove generazioni».

«I ministeri hanno osservato», sottolinea il numero uno della Cnpr, «che le simulazioni attuariali elaborate a supporto del progetto di riforma indicano che le leve previdenziali variate nel complesso permettono di conseguire il risultato di sostenibilità di lungo periodo del fondo».

«Accolgo con favore la conferma, da parte dei ministeri, della prospettiva di ascrivere gli esperti contabili nell’alveo previdenziale della Cnpr», conclude Saltarelli, «mediante un’espressa disposizione normativa di rango primario».