L’eventualità, anticipata dal Presidente del Consiglio, di reperire le coperture necessarie a compensare la

soppressione della seconda rata IMU 2013 attraverso un innalzamento della misura del prossimo acconto dell’IRES e dell’IRAP dimostra che la fiscalità di questo Paese è ormai governata da criteri irrazionali che hanno effetti iniqui. Lo sostiene l’ANIA in una nota diffusa ieri.

L’ANIA ritiene abnorme la circostanza di un acconto che supera l’importo dell’imposta dovuta: infatti si parla di innalzare l’importo dell’acconto, già oggi di poco superiore al 100%, fino al 116-120%.

Tra l’altro la modifica della percentuale dell’acconto a poche settimane dalla scadenza del versamento costringerà le imprese interessate a ripensare in tutta fretta la gestione dei loro flussi finanziari.

 Inoltre questa misura avrebbe carattere discriminatorio, in quanto applicata esclusivamente ai settori bancario e assicurativo. In particolare quest’ultimo è stato negli ultimi anni ripetutamente colpito da

provvedimenti fiscali molto penalizzanti tra cui una forma di tassazione che non ha eguali in nessun altro Paese. Si tratta dell’imposta sulle riserve matematiche dei rami vita che ha determinato un credito di imposta (infruttifero) nei confronti dell’Erario, ad oggi pari a oltre 6 miliardi di euro.

 La misura, tra l’altro, si aggiungerebbe alla recente penalizzazione  introdotta, a carico dell’industria assicurativa, dal decreto-legge n.  102/2013 che ha pesantemente rivisto al ribasso la detraibilità’ dei premi  versati per le polizze vita allo scopo di finanziare la soppressione della  prima rata IMU 2013.

 In ultimo, alla luce delle modifiche previste dal ddl di stabilità per il 2014 l’industria assicurativa resterebbe l’unica a dedurre in 18 anni un costo caratteristico (che è la variazione della riserva sinistri dei rami danni).

“Appare inaccettabile che un settore che in momenti particolarmente difficili ha contribuito in misura significativa alla stabilità di questo Paese mantenendo e rinnovando una quota importante del debito pubblico italiano, continui ad essere oggetto di provvedimenti fiscali penalizzanti”, conclude l’ANIA, che  auspica che l’Esecutivo ripensi alle misure annunciate.