di Anna Messia 

Cresce l’utile di Generali Assicurazioni e soprattutto migliora la situazione patrimoniale del gruppo, forse la preoccupazione principale di Mario Greco da quando, a giugno 2012 , ha preso in mano le redini della compagnia. «Grazie alle azioni intraprese negli ultimi mesi l’indice Solvency I a fine ottobre superava il 150% (contro il 130% di giugno 2012, ndr)», ha sottolineato ieri il group ceo commentando il bilancio dei nove mesi, chiuso con un utile di 1,6 miliardi, in crescita del 40,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Stiamo facendo buoni progressi nella trasformazione del gruppo e i risultati che presentiamo dimostrano che siamo ben posizionati per raggiungere gli obiettivi», ha detto il numero uno delle Generalisottolineando che anche nel terzo trimestre il gruppo ha registrato «il miglior risultato da cinque anni a questa parte».

Ieri intanto Clemente Rebecchini è stato nominato vicepresidente.

Il manager, che siede nel cda di Generali dal 2012, è espressione del principale azionista della compagnia,Mediobanca, che detiene il 13,4%.
Tornando all’andamento dei nove mesi, la crescita dell’utile è stata spinta in particolare dal segmento Danni, che, nonostante una raccolta stabile, pari a 16,2 miliardi, ha registrato un netto miglioramento del combined ratio (sceso di 1,1 punti a 95,1%) e un risultato operativo in crescita del 20,3% a 1,3 miliardi. Dal canto suo il ramo Vita ha avuto una raccolta netta boom, a 6,5 miliardi contro gli 1,1 miliardi dei nove mesi 2012, con un risultato operativo stabile a 2,1 miliardi. «Siamo riusciti a sottoscrivere polizze che hanno una buona marginalità», ha dichiarato il cfo Alberto Minali. «Questo spiega perché il risultato tecnico Vita, nonostante i risultati finanziari buoni ma non in forte crescita, sia su livelli assolutamente stabili per quanto riguarda i nove mesi e in forte crescita nel terzo trimestre».

Un beneficio per la crescita dell’indice di solvibilità della compagnia potrebbe arrivare anche da Banca d’Italia. La questione è quella dell’eventuale rivalutazione della partecipazione di oltre il 6% detenuta dalla compagnia nel capitale di Via Nazionale, che potrebbe far crescere di 1-2 punti l’indice di Solvency I di Generali, considerando che il valore di Banca d’Italia potrebbe aggirarsi sui 7 miliardi.

Per quanto riguarda il piano di dismissioni di 4 miliardi di euro di asset non più strategici da realizzare entro il 2015 (e che dopo la cessione di Usa e Messico è arrivato a quota 2,3 miliardi), Greco ha fugato ogni dubbio su Bsi. «Non ci sono alternative alla vendita», ha detto, aggiungendo che si tratta di un asset che ha un buon valore e che, «pur in una situazione di mercato non facile, intendiamo vendere a un livello adeguato». Intanto, in attesa di trovare un compratore per Bsi (che ha un valore di libro di 1,8 miliardi) è stato avviata la riorganizzazione delle banca con nuovi membri nel board e un piano di riduzione di costi. Novità a brevissimo, come anticipato ieri da MF-Milano Finanza, sono attese anche da Citylife, con Generalipronta a rilevare la quota del 33% in mano ad Allianz per salire al 100%. «Stiamo guardando il business plan con attenzione», ha dichiarato Minali, «e informeremo presto il mercato». Uno degli obiettivi è dare a Citylife «basi più salde» riducendo «l’esposizione nei confronti delle banche». (riproduzione riservata)