Le soluzioni di integrazione pensionistica, in particolare le polizze pip, offrono spesso la possibilità di abbinare una o più garanzie accessorie per tutelare in maniera globale l’aderente, sottoscrivendo una sorta di pacchetto tutto incluso. In questi casi, dunque, accanto all’obiettivo principale, rappresentato dalla costruzione di una pensione di scorta, si possono attivare ulteriori coperture. Quali? Le garanzie opzionali generalmente previste sono la copertura caso morte, la long term care (non autosufficienza), la dread disease (malattia grave) e l’invalidità permanente. È importante quindi analizzare cosa offre il mercato dei fondi pensione. Attingendo ai dati PrevIdata del Mefop e partendo dai fondi negoziali, emerge che tre soli strumenti offrono garanzie di premorienza e invalidità. Tra i fondi pensione aperti, due propongono garanzie contro l’invalidità, 19 danno coperture caso morte, 25 caso morte e invalidità. Più ampia e variegata è invece l’offerta nel settore dei pip: quattro strumenti offrono la garanzia diaria di ricovero, sei la garanzia di dread disease, 14 la garanzia di invalidità, quattro la copertura di invalidità da infortunio, 10 offrono garanzie per la non autosufficienza, 59 la copertura caso morte, cinque la copertura per decesso da infortunio, 39 per decesso e invalidità. Partendo dalla copertura caso morte, va innanzitutto ricordato quale sia il regime successorio della previdenza integrativa. Occorre distinguere le ipotesi del decesso prima o dopo la pensione. Nella prima ipotesi, l’intera posizione maturata è versata agli eredi o alle altre persone indicate dall’iscritto. Alcuni pip strutturati sotto forma di polizze unit linked prevedono, in caso di morte dell’assicurato, una maggiorazione fino al 50% del capitale decrescente in base all’età raggiunta. Se invece il decesso dovesse avvenire dopo la pensione, il discorso è diverso. Infatti in questo caso la trasmissione agli eredi si attiva solo se è stato scelto il regime di reversibilità. Per quanto riguarda le coperture accessorie le long term care prevedono alla scadenza del contratto, il pagamento della rendita pensionistica di base (anche reversibile a favore del coniuge) e una rendita aggiuntiva nel caso di successiva perdita dell’autosufficienza. Se la perdita di autonomia si verifica nel corso del piano di accumulazione si ha diritto ad una rendita immediata (che in questo caso precede il pagamento della rendita di base) e non si dovranno più pagare i premi previsti. La dread disease è invece una garanzia accessoria in base alla quale, all’insorgenza di una delle malattie gravi previste nel contratto, l’assicuratore si impegna a pagare un capitale assicurato. Una volta ottenuto, la copertura dread disease si estingue. Può essere poi prevista la copertura contro il rischio di invalidità permanente per sopravvenuta malattia o lesione fisica. Dal punto di vista fiscale va poi evidenziato come nel limite annuo di deducibilità di 5.164,57 euro annui rientrano non solo i contributi versati ai fondi pensione ma anche i versamenti effettuati a fronte delle garanzie per invalidità totale permanente, per morte e per long term care. Le stesse se coperture in forma autonoma davano invece fino allo scorso anno il diritto alla detraibilità al 19% entro il premio annuo massimo di 1.291,14 euro. Nel decreto Imu dello scorso 31 agosto è stato ridotto con effetto retroattivo dall’1 gennaio 2013 per l’anno in corso il plafond annuo a 630 euro e a 230 euro dal 2014 in avanti. Ma come usare le garanzie accessorie? La necessaria premessa è che gli strumenti previdenziali devono essere considerati per l’obiettivo di integrazione pensionistica. L’unica garanzia da intendersi davvero come essenziale deve essere la possibilità di optare per una rendita reversibile soprattutto se l’età del beneficiario non è distante da quella dell’iscritto. Per le altre invece l’aderente deve chiedersi se ne ha davvero bisogno, chiedendosi se ha già attivato analoghe coperture. E, una volta verificata la situazione personale, bisogna valutare il costo cercando di capire se è più cara la copertura acquistata nel pacchetto previdenziale o una analoga acquistata da sola. (riproduzione riservata)