Mercato

ASSINEWS 247: Novembre 2013

Il 27 giugno scorso l’EIOPA (Authority europea per le assicurazioni e le pensioni) ha pubblicato un report sulle migliori prassi in materia di comparatori online. Obiettivo del documento: promuovere la trasparenza, la semplicità e la correttezza nei confronti degli utenti che s’interfacciano con i sistemi telematici di comparazione delle polizze.
L’EIOPA ha suddiviso i siti monitorati in tre macro categorie:
1. siti commerciali gestiti da società private;
2. siti non commerciali gestiti da associazioni di categoria o da privati;
3. siti non commerciali gestiti da istituzioni pubbliche.

Più nel dettaglio, le valutazioni dell’Authority si sono focalizzate: sulle informazioni generali riguardanti il sito internet (gestione, modello finanziario, contatti, chiarezza delle informazioni pubblicate, ecc.), sulla copertura di mercato (come il numero di prodotti comparati e la trasparenza su massimali e clausole di esclusione), sul metodo di presentazione delle informazioni (livello di uniformità, semplicità del linguaggio/presenza di termini troppo tecnici, ecc.), sui criteri utilizzati per la classificazione dei prodotti assicurativi, sulla frequenza di aggiornamento delle informazioni e sui potenziali conflitti d’interesse tra comparatore e compagnie.
Un primo modello di analisi dei consumi assicurativi a livello europeo era già stato compiuto dalla stessa EIOPA nel 2012. Dallo studio, erano emersi diversi dati interessanti, come il fatto che i portali di comparazione venivano (e vengono tutt’ora) utilizzati prevalentemente come fonte d’informazione e non di acquisto diretto, o che la maggior parte dei consumatori basa il proprio giudizio su un prodotto in relazione al prezzo e non ad una visione complessiva che comprenda anche termini e condizioni particolari.
Altro aspetto di rilievo è poi la rilevazione secondo cui i comparatori non sono sempre adatti a certi tipi di coperture assicurative, come quelle sulla vita, dov’è necessario acquisire un numero di informazioni ben maggiore rispetto a quelle proposte “di default” dal programma.
Sembra, comunque, incontrovertibile il fatto che i comparatori siano destinati a diventare uno dei più importanti canali distributivi e informativi a disposizione delle compagnie per una vasta gamma prodotti e non soltanto per le categorie “di punta” come la r.c. auto e le assicurazioni sanitarie.
Le conclusioni cui giunge EIOPA a seguito della sua ultima analisi, tuttavia, non sono meno interessanti. Per quanto riguarda le informazioni generali sui siti di comparazione, ad esempio, l’Authority ha rilevato come solo in pochissimi casi siano presenti dati identificativi chiari sulla proprietà e sulla gestione, con evidenti ricadute in materia di trasparenza.
Similmente, per quanto concerne la copertura di mercato, diversi portali dichiarano di comparare una fetta larga o, comunque, “sostanziale” dell’offerta assicurativa globale, senza tuttavia specificare il numero di compagnie analizzate; alcuni di essi, addirittura, si limitano a comparare i prodotti di un unico assicuratore. Carenti anche le informazioni sui criteri di comparazione impiegati, mentre resta ancora troppo tecnico e “oscuro” il linguaggio adottato, specialmente nel descrivere prodotti assicurativi complessi.
A non convincere, poi, è l’adozione del fattore “prezzo” come criterio esclusivo o prevalente nel processo di analisi e raffronto tra assicurazioni, laddove il consumatore può avere esigenze diverse e complicate, non quantificabili in termini meramente monetari (contano infatti anche il livello di copertura della polizza, i massimali, le garanzie accessorie, ecc.).
Ultima nota dolente: il non infrequente rifiuto, da parte delle compagnie, a sottoscrivere contratti assicurativi sulla base dei preventivi elaborati online attraverso i comparatori. In questi casi, EIOPA ha rimarcato il carattere vincolante di tali offerte, applicando – ove necessario – le sanzioni del caso.