di Valentina Sorrenti

 

Unipol ha chiuso i primi nove mesi del 2013 con un utile netto consolidato pari a 363 milioni. Nel corrispondente periodo del 2012 il risultato netto era stato positivo per 245 milioni, ma il dato non è comparabile a quello riportato ieri perché comprendeva l’apporto del gruppo Premafin-Fonsai solo per il terzo trimestre.

Nel periodo la raccolta diretta assicurativa è rimasta stabile (+0,2% sul dato dell’esercizio precedente calcolato a perimetro omogeneo) a 12,19 miliardi. Quella del ramo danni si è attestata a 7,05 miliardi (-8,4%), mentre nel ramo vita è cresciuta del 15% a 5,13 miliardi. A fine settembre il combined ratio si è attestato al 92,1%, mentre il margine di solvibilità è pari a al 170%. Più debole invece il comparto bancario, dove Unipol Banca ha archiviato il periodo gennaio-settembre con un perdita di 198 milioni che si confronta con l’utile di 14 milioni del corrispondente periodo del 2012.
A monte di tali perdite ci sono un ulteriore incremento dei crediti deteriorati, cui fa fronte una robusta politica di accantonamenti, pari a 245 milioni nei primi nove mesi dell’anno. A questa cifra occorre aggiungere i 100 milioni appostati dalla capogruppo Ugf nel primo semestre. Alla chiusura dell’esercizio Unipol banca «presenterà un rinnovato piano industriale, che includerà l’integrazione con Banca Sai», ha spiegato l’ad del gruppo, Carlo Cimbri, ricordando che in quell’occasione verrà valutato quanto sarà necessario integrare patrimonialmente la banca. Per quanto riguarda l’intero gruppo Unipol, Cimbri ha sottolineato che l’esposizione ai titolo ristrutturati si è ridotta di 1 miliardo a 6,63 miliardi, conseguendo plusvalenze per 40 milioni. Unipol non ha però ancora ricevuto offerte per il ramo di azienda, circa 1,7 miliardi di premi di Milano Assicurazioni, che deve cedere su richiesta dell’Antitrust. Nel corso della conferenzatelefonica con gli analisti, Cimbri ha anticipato che gli azionisti di Unipol dovrebbero ricevere un dividendo per l’esercizio 2013. «Come management il nostro intendimento, in base alle previsioni che abbiamo adesso, è di confermare che proporremo una remunerazione del capitale. Ho sempre detto che un’adeguata remunerazione del capitale non è un’attività accessoria, bensì primaria per chi amministra aziende quotate. Noi riteniamo che, a oggi, non vi sia alcun elemento per non immaginare che Unipol Gruppo Finanziario possa remunerare il capitale». (riproduzione riservata)