Un intervento normativo sulle polizze per rischio catastrofale che introduca meccanismi per ampliarne la diffusione tra i privati e le agevoli dal punto di vista fiscale. E’ l’auspicio espresso da Sergio Balbinot, chief insurance officer di Generali, al convegno ‘Climate Change. Assicurazione, Finanza e Impresa. Le vie del cambiamento‘, che si è tenuto a Ca’ Foscari a Venezia.
In un Paese come l’Italia molto esposto sia al rischio sismico sia a quello meteo-idrogeologico, gli eventi estremi sono sempre più frequenti, ma per la scarsa cultura assicurativa in materia, è sempre lo Stato ad intervenire ex-post per far fronte ai danni, ha rilevato Balbinot.
Con il risultato che l’intervento delle casse pubbliche è stato spesso seguito dall’imposizione straordinaria di oneri fiscali che, in origine temporanei, sono diventati permanenti. Sul prezzo di un litro di carburante – ha ricordato Balbinot – gravano tuttora “10 lire per il disastro del Vajont del 1963, 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966, 10 lire per il terremoto del Belice del 1968, 90 lire per il terremoto del Friuli e 75 lire per il terremoto dell’Irpinia”. In Paesi come Francia e Spagna è invece in vigore un meccanismo di assicurazione semi-obbligatorio, in cui lo Stato si limita a svolgere un ruolo di riassicuratore di ultima istanza.
Ed è sulla scorta di queste esperienze che l’auspicio del gruppo Generali – esposto da Balbinot – è quello che “nell’ambito dell’eventuale predisposizione di strumenti legislativi e regolamentari per la disciplina del rischio catastrofale in Italia, si attuino meccanismi che evitino la selezione del rischio attraverso la maggiore diffusione possibile della copertura, che dovrebbe basarsi – pur nella differenziazione del premio in base all’ubicazione e all’esposizione al rischio – su meccanismi obbligatori o semi obbligatori (obbligatori solo per chi sottoscrive polizze anti-incendio)”.
Lo scopo, ovviamente, è quello di evitare che le polizze siano sottoscritte solo in aree palesemente a rischio, il che creerebbe uno squilibrio per le compagnie. Ma vanno anche previsti “interventi fiscali che rendano economicamente conveniente la sottoscrizione delle polizze”.
Ad esempio, si può ridurre l’aliquota che grava sui premi versati su tali polizze, ora al 22,5%, mentre sull’Rc auto è al 12,5% e sul settore ‘navigazione -corpi di nave’ allo 0,05%. Si potrebbe anche pensare anche alla deducibilità o la detraibilità del premio pagato ai fini dell’Irpef, oppure riconoscere un credito di imposta. Anche in Italia, comunque, lo Stato spetterebbe un ruolo di ‘risk carrier’ aggiuntivo, ma solo di ultima istanza, considerando la possibile magnitudo dei rischi catastrofali. Per dare un ordine di grandezza, il patrimonio abitativo italiano e’ valutato in termini di costi di ricostruzione intorno ai 3.900 miliardi di euro.
Fonte: Radiocor