di Anna Messia 

È appena uscita da CityLife, vendendo la quota del 33% a Generali, ma Allianz è convinta che il real estate italiano darà ottime soddisfazioni nei mesi a venire.

Ed è pronta a nuovi investimenti, come racconta a MF-Milano Finanza George Sartorel, amministratore delegato di Allianz Italia, che a fine anno lascerà l’incarico a Klaus-Peter Roehler, per andare a seguire l’area Asia-Pacifico del gruppo.

 

Domanda. Dottor Sartorel, perché vendere la partecipazione in CityLife?

Risposta. Abbiamo cambiato ruolo nel progetto, vendendo le azioni e rilevando direttamente la torre Isozaki e alcuni appartamenti. Ma crediamo molto in CityLife e abbiamo una visione positiva sul real estate italiano. Tanto che vogliamo aumentare gli investimenti immobiliari, guardando in particolare a centri commerciali e logistica.

 

D. Quali saranno invece gli investimenti per crescere nel mercato assicurativo?

R. L’Italia ha un ruolo fondamentale nella strategia del gruppo. È il secondo mercato per Allianz subito dopo la Germania e in questi anni è stato un incubatore, sperimentando con successo nuove iniziative che saranno estese all’intero gruppo. La scorsa settimana abbiamo presentato a Monaco il nuovo piano industriale 2014-2016 che è stato approvato dal board della capogruppo.

 

D. Che cosa prevede?

R. Solo per gli investimenti nella digitalizzazione sono stati stanziati altri 100 milioni per il triennio che si aggiungeranno ai progetti già avviati. I risultati della piattaforma digitale fornita agli agenti sono sorprendenti. Sui costi, per esempio, c’è un risparmio di carta per le agenzie tra il 70 e il 90%. Non solo. Gli agenti più attivi sulla nuova piattaforma digitale registrano tassi di raccolta molto elevati. Nel settore delle polizze per la Casa, per esempio, c’è una crescita del business del 58%, contro il +3% fatto registrare dagli agenti che non utilizzano ancora questi nuovi strumenti.

 

D. Come sta andando Allianz Italia nel complesso?

R. Stiamo crescendo per quote di mercato, ricavi e redditività. Nei nove mesi la raccolta Danni è salita dell’1,5% a 2,86 miliardi, mentre l’utile operativo ha toccato gli 878 milioni, il 40% in più rispetto al 2012. Anche nel Vita c’è stato un boom dei ricavi, saliti del 39% a 6,29 miliardi, grazie sia ai canali della compagnia sia alla banca (la partnership con Unicredit, ndr)

 

D. Sul fronte dell’utile operativo il Vita appare però in contrazione.

R. Bisogna considerare i tassi d’interesse al minimo storico e poi siamo nel bel mezzo di una migrazione di prodotti che darà frutti nei prossimi mesi. Stiamo riducendo il peso delle polizze tradizionali a favore delle unit linked, particolarmente apprezzate dai clienti perché consentono di partecipare ai mercati senza mettere a rischio il capitale. Da inizio anno la nuova unit Progetto Reddito ha raccolto 1 miliardo.

 

D. In questi mesi il settore assicurativo ha goduto del calo dei sinistri e di una crescita del Vita, spinta dalle banche. Ma quando finirà questo trend, che cosa succederà?

R. Si tratta di fenomeni ciclici ed è probabile che, tra 16-18 mesi, anche i sinistri riprenderanno a salire. A quel punto a vincere saranno le aziende che in questo periodo hanno investito in innovazione. Allianz, oltre al processo di digitalizzazione, sta sperimentando un nuovo servizio che ha l’obiettivo di colmare il gap assicurativo nel ramo Danni. Si tratta di un’offerta modulare che, con una piccola spesa mensile, consentirà alle famiglie di proteggersi dai rischi.

 

D. Quali sono i rapporti con Unicredit di cui Allianz ha il 2%?

R. Ottimi. Due anni fa abbiamo reinventato la partnership e siamo pronto a lanciare con loro nuovi progetti nel ramo Danni, incluso l’Rc Auto. (riproduzione riservata)