di Roberta Castellarin e Paola Valentini

 

L’esenzione dell’imposta di bollo ridà slancio alle polizze vita di ramo I. Che restano fuori dalla mini-patrimoniale introdotta nel 2012 dal governo Monti e oggi rincarata dallo 0,15 allo 0,2% dalla legge di Stabilità 2014. Gli ultimi dati Ania trends, infatti, indicano che a settembre i premi delle nuove polizze di ramo I hanno registrato, per il terzo mese consecutivo, incrementi superiori al 60% rispetto all’analogo periodo del 2012, con un volume di 4,1 miliardi (l’85% dell’intera nuova produzione emessa).

Un andamento positivo che per la verità dura da gennaio, dopo il segno meno del 2012, ma che negli ultimi mesi ha registrato un’accelerazione, proprio grazie al fatto che l’inasprimento delle tasse sul risparmio spingono oggi più che mai gli investitori a cercare forme al riparo dalla morsa del fisco. In aumento, ma con numeri di partenza comunque ben più bassi, risultano anche le polizze di ramo V, quelle di puro rischio (più che raddoppiate rispetto alla raccolta premi di settembre 2012), con una raccolta di nuovi affari pari a 139 milioni (quasi il 3% del totale). La restante quota (12%) della nuova produzione vita è rappresentata da prodotti linked (ramo III), che nel mese di settembre hanno registrato, per il terzo mese consecutivo, un andamento negativo (-6,3% rispetto allo stesso mese del 2012), per un importo di premi pari a 557 milioni. In particolare la vendita di polizze unit ha segnato un decremento, in parte controbilanciato, per la prima volta da inizio anno, da una raccolta positiva di nuove polizze index.

Sempre secondo i dati Ania, in totale a settembre la nuova produzione vita, polizze individuali, delle imprese italiane ed extra Ue, comprensiva dei premi unici aggiuntivi, è stata pari a 4,8 miliardi, il 52,6% in più rispetto allo stesso mese del 2012, mentre da inizio anno i nuovi premi emessi hanno raggiunto 46,7 miliardi, in aumento del 31,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Si tratta di una prima stima effettuata dall’Ania per l’intero settore vita che si basa su un campione che copre oltre l’85% del totale premi. Considerando per il mese di settembre anche i nuovi premi vita del campione delle imprese Ue, pari a 414 milioni (-40,2% rispetto allo stesso mese del 2012), i nuovi affari vita complessivi sono stati pari a 5,2 miliardi, in aumento del 35,9%. Resta comunque il fatto che le polizze di ramo I fanno la parte del leone. E le compagnie devono adesso darsi da fare per trovare investimenti che siano in grado di produrre rendimenti il più possibile stabili il che in una fase di tassi ai minimi non è facile senza accettare un rischio maggiore. D’altra parte negli ultimi anni queste polizze sono sempre riuscite a dare al sottoscrittore rendimenti attorno al 4% anche grazie alla possibilità di contabilizzare i titoli in portafoglio al costo storico e non a quello di mercato. Negli ultimi due anni le compagnie hanno fatto incetta di Btp, che, con il boom dello spread, hanno dato rendimenti di tutto rispetto e per un po’ di anni potranno contare su rendimenti cedolari elevati. Ma c’è comunque il problema di trovare per i nuovi flussi di raccolta forme di investimento che possano dare un po’ di pepe al portafoglio, visto che i tassi sono scesi. La strada scelta da alcuni gestori assicurativi è stata quella di inserire in portafoglio anche una componente di obbligazioni corporate, anche se comunque i titoli di Stato continuano a dominare. Ad esempio al 30 settembre la gestione separata Fatainvest di Genertellife aveva un totale di quasi 700 milioni di euro di obbligazioni, contro i 514 di fine settembre 2012, con i Btp in aumento dai 317 milioni di fine settembre 2012 ai 458 dello stesso mese di quest’anno e le obbligazioni quotate in euro salite da 150 a 190 milioni. Fatainvest, una delle prime gestioni separate a pubblicare, il rendimento ottenuto nell’ultimo anno, visto che chiude il bilancio al 30 settembre, ha registrato dal settembre 2012 al settembre 2013 un risultato del 4,52%, lo stesso di Preludio, l’altra gestione separata di casa Genertellife, mentre Fatacoll ha realizzato un +3,59%. Rendimenti che vengono retrocessi in parte al sottoscrittore in base alle condizioni di polizza. In generale infatti le gestioni separata prevedono che all’investitore venga attribuito l’80-90% del risultato realizzato, oppure il rendimento totale meno la commissione di gestione, in genere attorno all’1-1,5%. In ogni caso il rendimento riconosciuto viene consolidato ogni anno e così è acquisito per sempre dal sottoscrittore. Ma negli ultimi tempi, le compagnie hanno arricchito l’offerta anche con l’opzione della cedola per cavalcare la sempre maggiore ricerca di un flusso di capitali da parte del risparmiatore. Offre l’opzione di distribuire annualmente il risultato della gestione separata (Rialto) ad esempio la polizza Bg cedola più collocata da Banca Generali e che ha contribuito al boom di raccolta dell’istituto negli ultimi mesi. Mentre è andato fuori moda il rendimento minimo. «In questa fase di incertezza in cui non è chiaro se si aprirà un periodo di forte inflazione, oppure se si rischia invece la deflazione il rendimento che si potrebbe garantire sarebbe davvero basso e quindi non avrebbe alcun appeal. Per cui le compagnie preferiscono puntare sulla garanzia del capitale sulla storia dei rendimenti offerti fin qui», dice Roberto Casanova della società di consulenza Iama consulting. Che ricorda che oltre al successo delle gestioni separate c’è anche un interesse crescente per le unit linked usate soprattutto dalle private bank per aumentare la parte azionaria nel portafoglio dei clienti. Su questa strada si muovono anche le compagnie europee in regime di libera prestazione dei servizi. (riproduzione riservata)