Tornano le indiscrezioni di tagli alle agenzie e al personale per la «Grande Unipol» in via di costruzione e subito scatta il Sindacato nazionale agenti di assicurazione (Sna), dicendosi pronto a qualsiasi iniziativa possa servire a preservare i posti di lavoro. «Al momento – dichiara a Finanza & Mercati il presidente nazionale dello Sna Claudio Demozzi – non ho elementi per credere che ci saranno tagli del personale e chiusure di agenzie proprio perché io stesso ad agosto ero stato rassicurato sulla questione dal direttore generale di Unipol, Franco Ellena, che aveva sostenuto che la riduzione sarebbe equivalsa a un passaggio di proprietà, nell’ambito del piano di dismissioni richiesto dall’Antitrust. Tuttavia – prosegue Demozzi – qualche perplessità rimane e se le agenzie non resteranno vive ma chiuderanno saremo pronti, come già fatto in passato da soli, a mettere in atto tutti gli strumenti che abbiamo per opporci». La polemica sulla possibile riduzione di portafogli e reti era nata mesi fa, fin da quando era apparso evidente che la fusione tra Premafin, Fonsai (il cui nuovo cda targato Unipol ieri ha nominato ad Carlo Cimbri e vice presidente Pierluigi Stefanini), Milano Assicurazioni e il braccio assicurativo della compagnia bolognese avrebbe richiesto uno «snellimento» delle agenzie per andare incontro alle richieste dell’Antitrust. Tra le condizioni poste dall’authority per dare il proprio benestare all’integrazione, c’è, infatti, stata anche la richiesta di mantenere le quote di mercato sotto il 30% a livello nazionale e provinciale. In un articolo pubblicato ieri sul Sole24ore si torna sulla questione e si parla di «tagli» per mille agenzie, dando la parola al responsabile dei rapporti contrattuali degli agenti di Unipol, Mauro Rocchi, che resta sul vago e prospetta un «dimagrimento» delle agenzie. «L’equivoco – nota Demozzi – senza dubbio c’è, ma spero resti valido quanto affermato in passato da Ellena». Nello stesso articolo, Rocchi definisce quello degli agenti «un lavoro da consulenti: ciascuno deve rappresentare una compagnia». Una definizione che a Demozzi non va giù: «Queste dichiarazioni – sostiene il numero uno dello Sna – confinano l’Italia a essere fanalino di coda nel mercato assicurativo europeo. Gli agenti sono veri consulenti non quando sono monomandatari ma quando possono effettuare comparazioni tra più prodotti, o con un plurimandato o attraverso forme di cooperazione tra più intermediari».