Il decreto sanità, ora divenuto legge con la fiducia al Senato,  ”contiene delle buone intenzioni” ma ”di fatto è inefficace” sia nell’intento di migliorare il funzionamento del  mercato assicurativo sia nel suo intento di contenere il  fenomeno della medicina difensiva. Lo afferma al termine di una  audizione in commissione errori sanitari Roberto Manzato,  direttore Vita e Danni non Auto dell’Ania, riferendosi in  particolare al capitolo ‘assicurazioni e rischio clinico’.

 ”Il profilo di colpa – dice – di fatto non cambia. Le  tabelle sono una buona  intenzione ma stiamo ancora aspettando, dopo 6 anni, quelle per  l’Rc auto. Anche in quel caso, buone intenzioni mai portate  avanti perché si rimanda a un decreto successivo e nessuno si prende la briga di metterci un timbro e farle uscire”.

Secondo le compagnie di assicurazione, poi, la previsione che si era tentato di introdurre dell’obbligo per tutte le strutture di assicurarsi ”non è una cosa sensata, perché è giusto che  chi ha un patrimonio a disposizione possa scegliere invece la  via dell’auto-assicurazione”.

Per l’Ania, come si legge nella relazione (che si può leggere in allegato) del direttore generale Dario Focarelli illustrata alla commissione presieduta da Antonio Palagiano, ci sono però misure utili a mitigare il rischio di malpractice e aumentare la disponibilità di coperture assicurative: in primis ”la costituzione di organismi

indipendenti che rilevino e analizzino gli errori medici”, ma anche ”l’implementazione di approcci integrati di risk management” (la previsione delle unità per la gestione del rischio c’era nel decreto ma è stata cancellata per motivi di bilancio) o la ”costituzione di fondi pubblici o pubblico-privati che aumentino la capacità del settore assicurativo privato” per particolari categorie di rischio.

 Ma per ridurre la medicina difensiva e rasserenare il rapporto medico-paziente, secondo l’associazione delle assicurazioni si dovrebbe valutare l’ipotesi di passare, come accade ad esempio nei Paesi scandinavi, a ”un sistema ‘no fault’ in cui per determinate casistiche di eventi, sia previsto un risarcimento standardizzato senza la ricerca e l’attribuzione della colpa”.