Nel 2000 l’Italia è diventata il primo paese al mondo nel quale la percentuale di «anziani», persone di età uguale o superiore a 65 anni, ha superato la percentuale di giovani (persone di età uguale o inferiore a 14 anni). Un paese che invecchia sempre più: nel 2010 il rapporto era di 1,4 anziani per ogni giovane, nel 2050 sarà di 2,5. Si allunga l’età media, ma non sempre si invecchia bene. Il numero di anziani non autosufficienti, si legge in un’analisi sviluppata da Poste Vita, pari oggi a 2,5 milioni, è destinato a raddoppiare nel 2050 e, più in generale, il numero di persone disabili, proprio a causa dell’invecchiamento, delle patologie degenerative e degli esiti invalidanti degli incidenti stradali, è destinato a crescere in modo allarmante. Chi ci penserà? La famiglia e lo Stato, viene da rispondere. Ma la famiglia è un istituto che scricchiola, nel 2010 le separazioni sono state 88.191 e i divorzi 54.160, e che sta cambiando, il 20% delle famiglie è costituito da coppie senza figli, il 28% da single. Quanto allo Stato, la necessità di rimettere in ordine i conti pubblici ha imposto una riduzione della spesa pensionistica, ma anche della spesa sanitaria, 5 miliardi di euro i risparmi previsti per il triennio 2012-2014, pari a circa il 4,5% della spesa sanitaria pubblica complessiva, e sono previsti tagli anche ad altre forme di assistenza sociale. Sul fronte pensioni, la riforma Monti-Fornero ha aumentato sensibilmente l’età lavorativa, a regime, nel 2020 l’Italia sarà il paese della Ue con la più alta età pensionabile, ma l’innalzamento del tasso di sostituzione, il rapporto tra pensione e ultima retribuzione, conseguenza dell’allungamento del periodo contributivo, potrebbe essere vanificato da perduranti periodi di bassa crescita economica, i contributi pensionistici sono rivalutati in funzione delle variazioni del Pil, e per molti lavoratori anche da una dinamica lavorativa poco felice: l’ingresso ritardato nel mondo del lavoro, una discontinuità dei versamenti contributivi, una bassa retribuzione o l’erosione del potere di acquisto, qualora la retribuzione non riesca a recuperare per intero il tasso di inflazione, sono tutti elementi che possono influire in maniera negativa sul calcolo finale dell’assegno pensionistico. La conclusione: è indispensabile pensarci per tempo, ribadiscono gli esperti, tutelarsi in anticipo, quando si è giovani, considerando non solo il rischio di longevità, il sopravvivere alla propria capacità di generare reddito, ma anche i rischi legati alla salute in generale, il rischio di non autosufficienza, senza trascurare quelli che possono essere definiti i “nuovi” rischi, determinati dalle mutate condizioni macro-economiche, come, ad esempio, la perdita dell’impiego. Nel nostro paese c’è una radicata tendenza a non pianificare, a posporre i problemi, ad affidarsi a soluzioni estemporanee o a confidare nell’aiuto degli altri. Le scarse adesioni alla previdenza complementare, il ricorso per chi vi ha aderito ad anticipazioni e riscatti, l’idiosincrasia per le rendite assicurative o il fatto che la raccolta premi delle polizze Long Term Care nell’intero 2011 sia ammontata a soli 32 milioni di euro, ne sono le manifestazioni più evidenti. Pianificare, pensare per tempo significa, invece, accumulare risorse per il futuro attraverso un piano previdenziale e “trasferire” alcuni di questi rischi a un terzo, tipicamente una compagnia assicurativa. E’ in questo ambito che si sta sviluppando l’idea di un’offerta integrata di strumenti per la gestione della longevità e del rischio di non autosufficienza, ma anche di strumenti per la protezione della salute e per la tutela da “nuovi rischi”, in una parola un “welfare integrato”. Un esempio di questa integrazione è l’offerta messa a punto dal gruppo Poste Italiane attraverso le sue due compagnie assicurative, Poste Vita e Poste Assicura. Al piano di previdenza integrativa Postaprevidenza Valore, la prima forma di previdenza complementare italiana per numero di iscritti, con oltre 480mila adesioni a fine settembre e una previsione di chiusura a fine anno di 500 mila iscritti, può essere abbinata una polizza multi rischi, Postaprotezione Domani per garantirsi la possibilità di versare regolarmente gli importi programmati, anche in caso di imprevisti. Con il pagamento di un premio una tantum di 65 euro o di 130 euro, a secondo del piano prescelto, si è garantiti per 10 anni da tutta una serie di eventi imprevisti, la perdita del lavoro, l’invalidità totale e permanente da infortunio o malattia, l’inabilità temporanea totale o la malattia grave, che potrebbero incidere sulla regolarità dei versamenti programmati nel piano previdenziale pensionistico. In caso di licenziamento, ad esempio, a un lavoratore dipendente viene corrisposta una somma di 100 o 200 euro per ogni periodo intero di disoccupazione di 30 giorni consecutivi, per un massimo di 18 mesi. Per la tutela della salute sono disponibili più prodotti, compresa Postaprotezione Infortuni Senior, una polizza che copre da quattro specifiche tipologie di infortuni, dedicata alle persone di età compresa tra i 59 e i 79 anni. L’ultimo tassello di questa offerta integrata è una polizza Long Term Care. Postapersona Sempre Presente, questa la denominazione del nuovo prodotto, è una polizza a premio annuo costante che garantisce, al verificarsi della condizioni di non autosufficienza, una rendita vitalizia mensile di importo prescelto tra un minimo di 500 euro e un massimo di 2.500 euro e in più riconosce subito una somma a forfait una tantum, pari a 5 mensilità di rendita. (m.man.) Il numero di anziani non autosufficienti, 2,5 milioni oggi, è destinato a raddoppiare nel 2050 Per la tutela della salute sono disponibili più prodotti, compresa Postaprotezione Infortuni Senior, una polizza che copre da quattro specifiche tipologie di infortuni, dedicata alle persone di età compresa tra i 59 e i 79 anni