Ancora brutte notizie per le famiglie italiane. Se non se ne fossero già accorte, l’Istat ieri ha ricordato che le retribuzioni sono aumentate in ottobre dello 0,2% rispetto a settembre e dell’1,5% rispetto a ottobre 2011, decisamente al di sotto dell’inflazione. Inoltre, Bankitalia ha avvertito che il reddito reale delle famiglie subirà quest’anno «una diminuzione anche più marcata di quella del 2,5%, avuta in occasione della recessione del 2009». Secondo l’Istat, in ottobre, le retribuzioni orarie contrattuali hanno registrato un +2,1% tendenziale per i dipendenti privati e una variazione nulla per quelli della p.a. I settori con i maggiori incrementi tendenziali sono stati acqua e servizi di smaltimento rifi uti (3%), energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,8%). Variazioni nulle per tlc e tutti i comparti della p.a. Quanto alle proiezioni di Bankitalia, il vicedirettore generale, Salvatore Rossi, ha sottolineato che «per le famiglie italiane siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era già sceso del 5%». Le diffi coltà economiche e la maggiore selettività delle banche nella valutazione della clientela stanno avendo effetti anche sul credito alle famiglie che, secondo Rossi, «dopo un periodo di forte espansione, mostra segni di affanno. I prestiti in essere », ha detto l’alto dirigente di via Nazionale, «si stanno, pur lentamente, contraendo, le nuove erogazioni sono molto più contenute che negli scorsi anni». La decelerazione dei prestiti alle famiglie italiane si è via via accentuata e la dinamica è infi ne divenuta negativa nel terzo trimestre di quest’anno, allorché il totale dei prestiti, sofferenze escluse, è risultato più basso dell’1% rispetto a un anno prima. «Cinque anni di contrazione del reddito reale e di deterioramento del mercato del lavoro», ha osservato Rossi, «hanno mutato le prospettive delle famiglie e ne hanno ridimensionato la propensione a chiedere fi nanziamenti, come quelli per l’acquisto di abitazioni, il cui onere pesi a lungo sui redditi futuri». Una situazione che, secondo l’economista di palazzo Koch, ha rifl essi sull’effi cienza economica, sulla mobilità sociale e sulle giovani generazioni, che incontrano maggiori ostacoli a superare i vincoli di liquidità. Per questo, ha detto il vicedirettore generale di Bankitalia, «far tornare a crescere il prodotto e i redditi è la maggiore sfi da per il nostro paese». © Riproduzione riservata