Il riciclaggio pesa sui conti di Hsbc. E la portata di questo aggravio potrebbe essere anche superiore a quanto preventivato. Ieri la prima banca britannica (leadership conquistata grazie alle disgrazie di colossi come Barlcays e Rbs, ma anche a un business focalizzato da tempo sull’Asia) ha infatti annunciato per il terzo trimestre 2012 profitti più che dimezzati da 5,22 a 2,49 miliardi di dollari. Crollo legato in parte a nuovi accantonamenti per 800 milioni di dollari legati all’inchiesta delle autorità americane su riciclaggio di denaro. Il nuovo dato porta il totale accantonato per questo caso a 1,5 miliardi di dollari. «Siamo attivamente impegnati in discussioni con le autorità americane per tentare di giungere a una soluzione ma non c’è ancora accordo», ha dichiarato il chief executive Stuart Gulliver. «L’ammontare totale dell’esborso potrebbe essere più elevato, anche significativamente più elevato, della cifra accantonata», ha aggiunto. La reazione sul mercato, non si è fatta attendere, e il titolo Hsbc sfiorava una perdita di quasi il 3% ieri, anche se a fine seduta la flessione si riduceva all’1,29% (non particolarmente grave se si considera che il Ftse 100 nel suo complesso ha perso lo 0,50%).
A sostenere i corsi sono state forse anche le dichiarazioni di Gulliver sulla radicale dieta dimagrante che Hsbc intende continuare. L’istituto britannico, che ha ridotto il suo organico globale di quasi 30.000 addetti negli ultimi due anni, prevede infatti di continuare nella politica di tagli per rispettare gli obiettivi di efficienza della spesa. Hsbc a fine settembre aveva una forza-lavoro globale di 266.700 dipendenti rispetto ai 296.000 di fine 2010 (solo quest’anno gli esuberi sono stati pari a 21.000 unità). Gulliver ha sottolineato che circa 15.000 esuberi sono dovuti proprio all’intervento sui corsi e altri ne arriveranno entro la fine del 2013. «Probabilmente vedremo ridursi ulteriormente l’organico. Abbiamo ancora del lavoro da fare», ha sottolineato.
Tornando ai conti, va detto che al netto delle voci straordinarie, gli utili nel trimestre sono più che raddoppiati, da 2,2 a 5 miliardi di dollari. Gli aggravi sui prestiti tossici sono scesi da 3,9 a 1,7 miliardi di dollari. Dati positivi che ovviamente si accompagnano agli effetti della suddetta riduzione dei costi. Il rapporto tra costi ed entrate è infatti cresciuto dal 50% al 71% nell’ultimo trimestre, anche se su base underlying il progresso è stato deciso più modesto (dal 64 al 66%). Hsbc ha sottolineato di aver realizzato risparmi annualizzati per 3,1 miliardi di dollari, il che dovrebbe aiutare l’istituto a raggiungere agevolmente l’obiettivo per il prossimo anno compreso tra 2,5 e 3,5 miliardi. Il core tier one è progredito dall’11,3 all’11,7% di fine settembre e Hsbc ha mantenuto il suo dividendo trimestrale a quota nove centesimi per azione. E anche questo ha limitato i danni nelle contrattazioni di Borsa per il titolo della banca.