di Anna Messia

I più penalizzati sarebbero gli assicurati di Parma che con l’accorpamento a Piacenza vedrebbero salire l’imposta provinciale sulle polizze dal 14 al 16%. Ma complessivamente sono più di un milione gli assicurati che rischiano il rincaro dell’assicurazione Rc Auto in conseguenza dell’accorpamento delle province portato avanti dal ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. Il motivo è che il premio Rc Auto che ogni automobilista deve pagare si compone di diversi elementi, tra cui c’è anche l’imposta provinciale che può variare tra il 9 (applicato ad Aosta) e il 16% (richiesta dal 70% delle province italiane), a seconda della città in cui si risiede. E secondo il piano di accorpamento delle province deciso dal governo di Mario Monti sarebbero diversi gli assicurati costretti a fare i conti con un incremento della tassazione fino al 2%. A fare qualche calcolo è stato il sito internet di comparazione www.facile.it (partecipato tra l’altro con il 20% dalla holding Italiana Quattordicesima, dei figli di secondo letto di Silvio Berlusconi). Le cifre degli incrementi non sono altissime e variano dai 5 ai 10 auto l’anno: nel caso di Parma, per esempio, un assicurato di 40 anni con la prima classe di merito con un Kia 1600 vedrebbe il prezzo della polizza salire da 542 a 553 euro. Il fatto però è che i rincari si inseriscono su tariffe Rc Auto che già oggi sono tra le più alte di Europa. Non solo. Il 21 dicembre entreranno in vigore anche le norme europee che vietano di applicare sconti alle donne, eliminando i vantaggi di cui hanno goduto finora, nonostante siano in media più prudenti e quindi meno rischiose degli uomini. Il pericolo, già ventilato dagli stessi addetti ai lavori, è quello di aumento generalizzato delle tariffe, destinato a colpire prevalentemente le donne. Che se, per di più, risiedono a Parma, avranno un doppio rincaro con cui fare i conti. (riproduzione riservata)